Alla vigilia del cda storico, che segnera’ l’inizio della nuova era per il gruppo Fiat Chrysler, John Elkann e Sergio Marchionne volano a Roma dal presidente del Consiglio, Enrico Letta. Nessuna notizia ufficiale sull’incontro, ma si puo’ immaginare che i vertici del Lingotto abbiano voluto rassicurare il premier sull’impegno del gruppo nel Paese e sugli investimenti per le fabbriche italiane. Se davvero, come sembra, la sede della societa’ non sara’ piu’ in Italia l’impatto, almeno sul piano emotivo, sara’ inevitabile ed e’ quindi naturale che Elkann e Marchionne abbiano voluto spiegare il senso della scelta e il fatto che questa non avra’ impatti sul fronte produttivo e occupazionale. Il consiglio di domani puo’ essere definito storico perche’ verranno annunciati i principali tasselli del nuovo gruppo: la sede, la quotazione, il nome. E, proprio per dimostrare che, al di la’ dei passaggi formali ancora da compiere, ormai non esistono piu’ due societa’ distinte, per la prima volta la conference call di Marchionne con gli analisti finanziari sara’ una sola. Molti – in Italia e in Usa – concordano su alcuni punti: scelta del ‘modello Cnh’ con sede fiscale in Gran Bretagna, sede legale in Olanda, quotazione principale a Wall Street e secondaria a Milano.
Il domicilio fiscale nel Regno Unito consentirebbe a Fiat e Chrysler di pagare meno tasse sui dividendi, mentre il listing a New York sarebbe dovuto a un piu’ facile accesso al mercato dei capitali. Solo ipotesi pero’, tutte plausibili, ma niente di ufficiale. Quanto al nome si sa che non sparira’ ne’ Fiat ne’ Chrysler, ma e’ l’aspetto su cui sono circolate meno indiscrezioni. "Sembra che si siano messe insieme due aziende che si adattano molto bene l’una all’altra", osserva il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che sull’occupazione osserva: "possiamo gia’ essere contenti se riusciremo a mantenere tutti i posti di lavoro attuali". Dopo il cda, che approvera’ i conti del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2013 e la conference call, Marchionne vedra’ al Lingotto i sindacati: ci saranno i leader di Cisl, Uil, Ugl, Fim, Uilm, Fismic e Quadri, mentre non ci saranno Fiom e Cgil.
"La questione della sede e’ marginale, quello che conta e’ che nel quartier generale della nuova societa’ abbiano ascolto le voci dei lavoratori di Fiat Chrysler in qualsiasi parte del mondo si trovino", afferma il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina. "Il punto – osserva Federico Bellono, segretario generale della Fiom Piemonte – non e’ la sede fiscale o legale o la quotazione a Wall Street, ma dove andra’ il quartiere generale del gruppo Fiat Chrysler e mi sembra che la bilancia penda sempre piu’ verso Detroit. Questo segna una maggiore marginalita’ dell’Italia". "Stiano tranquilli gli uccelli del malaugurio sempre pronti a profetizzare sventure: la Fiat in Italia nei prossimi anni investira’ quasi 10 miliardi di euro", ribatte il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo. "Dall’incontro con Marchionne – osserva Rocco Palombella, segretario generale della Uilm – ci attendiamo buone nuove sugli investimenti per Mirafiori e Cassino, ma soprattutto un’apertura che sblocchi il rinnovo contrattuale per gli addetti del gruppo".
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