Le condizioni dell’ex rais egiziano, Hosni Mubarak, ricoverato nell’ospedale della prigione di Tora dopo la sua condanna all’ergastolo, peggiorerebbero, secondo fonti giornalistiche vicine al governo. Ma ai simpatizzanti del movimento ‘I’m sorry, Mr. President’ che solidarizzano con lui, su Facebook si oppongono voci che ironizzano e sostengono che i suoi malesseri sono una messa in scena per portarlo fuori dal carcere. E intanto per venerdi’ sono prevedibili nuove manifestazioni contro il ballottaggio per la presidenza della repubblica che vede un ex ministro di Mubarak, l’ex generale Ahmed Shafiq, contrapposto ad una prestigiosa figura dei Fratelli Musulmani, Mohammed Morsi.
Il sito online del quotidiano ‘Al Ahram’ scrive che nelle ultime ore Mubarak ha dovuto far ricorso cinque volte ad un respiratore artificiale perche’ colto da una forte crisi depressiva che sta mettendo a rischio le sue funzionalita’ cardiache. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Mena, un team di specialisti e’ stato inviato dal governo nel carcere per esaminare le condizioni dell’ex rais e contatti sarebbero in corso per il suo trasferimento da Tora ad un ospedale militare o in un clinica privata dove potrebbe ricevere le cure del caso.
I sostenitori del vecchio ex presidente – ha compiuto 84 anni in maggio – raccolti nel gruppo battezzato ‘I’m sorry Mr. President’, hanno scritto appelli su Facebook perche’ sia deciso il suo immediato trasferimento in una struttura ospedaliera fuori dalla prigione, e altre fonti fanno sapere che insieme ai medici del ministero dell’interno anche un’equipe militare segue le sue condizioni. Le autorita’ hanno anche deciso di trasferire nello stesso carcere il figlio piu’ giovane dell’ex presidente, Gamal – in passato ritenuto un probabile suo successore alla presidenza, ed in carcere per reati ancora da giudicare – e di consentirgli di stare vicino al padre.
Ma i giovani oppositori denunciano queste informazioni come senza fondamento e diffuse in un ‘tentativo di far uscire Mubarak di prigione senza che sconti la sua pena’. Si ironizza sull’effettivo stato della sua salute, che sarebbe ‘buonissimo’ e si cita la longevita’ di suo padre, morto a 92 anni. Nelle stesse ore ad Alessandria si e’ svolta una manifestazione per commemorare una vicenda che contribui’ nel 2010 a creare la spinta per la rivoluzione del gennaio 2011: la morte del blogger Khaled Said, che la polizia avrebbe ucciso picchiandolo per aver attaccato il regime in termini pesanti nei suoi messaggi online. Al Cairo si prevedono nuove manifestazioni per venerdi’ quando a Tahrir tre dei candidati sconfitti al primo turno delle elezioni presidenziali hanno annunciato che renderanno nota la formazione di un consiglio presidenziale per la gestione del paese. L’ipotesi non sembra aver alcuna consistenza, dopo che e’ stata respinta dal consiglio militare al potere, il Consiglio Supremo delle Forze Armate, e dai Fratelli Musulmani. Cosi’ come suscita perplessita’ la decisione della Corte Costituzionale, annunciata oggi, di sottoporre ad esame il 14 giugno, due giorni prima del ballottaggio, la legge per escludere dalla corsa alla presidenza i candidati legati al vecchio regime ed in particolare l’ex generale Ahmed Shafiq.
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