"La app che ti dice quando morirai sara’ utilizzata da persone con un livello di ansia molto elevato, che hanno bisogno di una rassicurazione e la trovano in un’illusione del controllo della realta’ tramite la tecnologia, le app e Internet. Penso che tutto sia sotto il mio controllo e la tecnologia diventa una sorta di ‘mamma buona’ che mi dice anche dove sbaglio e in qualche caso sostituisce i rapporti reali". Cosi’ Francesco Castellet y Ballara’, psichiatra e psicoanalista della Societa’ psicoanalitica italiana (Spi), commenta l’arrivo di Life Clock.
E’ un’app studiata da alcuni sviluppatori per l’Apple Watch, usa e monitora i parametri dello stato di salute e da’ una stima di quanto resta da vivere.
"Tendere all’eterna giovinezza e avere una sorta di ‘countdown’ della propria morte hanno uno stesso filo logico – prosegue l’esperto – si ricollegano infatti al bisogno di non confrontarsi con l’angoscia della morte: nel secondo caso, soprattutto, non voglio avere limiti e mi illudo di avere una forma di controllo su qualcosa che non si puo’ definire o sapere in anticipo, la morte appunto, semplicemente perche’ magari una app mi dice che ho aggiunto tre mesi alla mia vita".
"Il fine di app come queste e’ commerciale e il mercato a cui ci si rivolge sono persone con tratti ossessivi della personalita’ a cui offre l’illusione di controllare persino la morte – conclude – questo provo ad ammantarlo con una vernice etica: migliorera’ la tua salute, ma in base a quali parametri? In realta’ sto vendendo solo un’illusione, il fine etico non c’e’, l’etica di fare soldi non e’ etica".
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