Correre in pista con una Ferrari? Si può. Ma dal momento che stiamo parlando della ‘Rossa’ per poterlo fare bisogna avere il conto in banca molto bene fornito. Sì perchè se si ha la passione, e come detto ovviamente anche una elevata disponibilità economica, si può gareggiare con una macchina del Cavallino Rampante. Il prossimo appuntamento è in settembre, su uno dei circuiti più celebri, e difficili, degli Stati Uniti: Watkins Glen, nello stato di New York. Per tutti semplicemente ‘The Glen’.
In pista un campionato unico, il ‘Ferrari Challenge North America’, otto gare, la serie monomarca più conosciuta riservata ai quei piloti che di professione fanno tutt’altro. È il sogno, che diventa realtà, di guidare una Ferrari in pista, gareggiando come se si fosse Alonso. Ma cosa si deve fare per poterlo esaudire?
Innanzitutto come detto avere una notevole disponibilità economica. "Per stare in pista una stagione intera – ha spiegato Ronnie Vogel, vice presidente e direttore del reparto corse del concessionario Ferrari di Fort Lauderdale, in Florida, un’ora da Miami – bisogna mettere in preventivo una spesa che va dai 350.000 ai 500.000 dollari (260- 375.000 euro) e questa cifra non comprende il costo dell’auto. Un impegno finanziario notevole, ma chi se lo prende dice che è la cosa più divertente che fa tutto l’anno".
In pista ci vanno le Ferrari 458 Challenge EVO, non omologate per la strada, prezzo 345.000 dollari, si possono acquistare, ma anche affittare. La gestione, trasporto, manutenzione dentro e fuori dalla pista, è affidata a concessionari che hanno la sezione corse, come quello di Fort Lauderdale, che si trasformano in un racing team. "Il trenta per cento dei nostri piloti sono locali – aggiunge Vogel – gli altri arrivano da tutto il mondo, dall’Inghilterra all’Ecuador". Così il pilota della domenica, o del fine settimana, deve solo presentarsi sul circuito, infilarsi tuta e casco e guidare.
Di solito al volante ci sono dirigenti d’azienda, professionisti di successo di mezza età, con la passione per la velocità. C’è anche una donna, ex CEO di una grande impresa, Jackie Heinricher, che vive in Washington State e che dall’inizio dell’anno, prima prova su un altro circuito leggendario, Daytona, ha cominciato a confrontarsi con i colleghi uomini, casomai conosciuti in precedenza per questioni di business.
Sono una trentina i clienti-piloti della Rossa che partecipano al ‘Ferrari Challenge North America’, formula che funziona, visto che, tra Stati Uniti e Canada ci sono anche il ‘Porsche GT3 Cup’ e il nuovo ‘Lamborghini Super Trofeo North America’.
Il campionato si svolge sotto l’egida della International Motor Sports Association, IMSA, che rilascia le licenze per correre. Come si fa ad ottenerle? Si devono frequentare scuole di guida, presentare referenze di piloti riconosciuti e sono anche obbligatori test con ‘allenatori professionisti’, poi non si devono provocare troppi incidenti, e non solo perchè l’assicurazione si paga di tasca propria. Una volta che si è sicuri di voler arrivare, gareggiando tutto l’anno, a spendere quasi un milione di dollari, si devono riempire i moduli della IMSA, superare esami medici, e appunto avere tutte le referenze, e le scuole di guida alle spalle richieste.
Ma nemmeno così si è sicuri di ottenere la patente, che assomiglia, almeno per formato, a quelle che negli Stati Uniti sono necessarie per girare normalmente per strada. Infatti la IMSA esamina caso per caso, ogni richiesta viene analizzata e alla fine, se si è accettati, ecco che arriva a casa la tanto agognata ‘license’. Ed è valida per un anno solo, insomma si deve rinnovare ogni dodici mesi. Ma una volta entrati nel mondo Ferrari è impossibile volerne uscire, così che, se il conto in banca lo permette, la Rossa diventa quasi una… dipendenza. Anche se salire su una 458 Challenge EVO e guidare, in pista, a trecento chilometri all’ora non è così semplice.
"Non credo che la maggioranza della gente sappia quanto è complicato gareggiare in pista – ha spiegato Jackie Heinricher l’unica donna al volante di una Ferrari in pista nel North America – guidare una Rossa per 35 minuti richiede una grande resistenza. Ma è una esperienza che si finisce per amare, però, per poterla affrontare, bisogna essere preparati". Quasi come se si fosse un pilota vero: fisico allenato, per sapere gestire un bolide così cui vuole anche la forza, tecnica, insomma saranno anche solo clienti Ferrari, però si trasformano in quasi piloti, almeno tutte le volte che cominciano a spingere l’acceleratore della 458.
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