Davide Bifolco, ‘la vera vittima è il carabiniere’ – di Leonardo Cecca

Non voglio mancare di rispetto alla famiglia di Davide Bifolco, il ragazzo che ha perso la vita per un colpo di pistola esploso da un carabiniere, ma qualche parola sul triste episodio penso si debba spendere. Premesso che viaggiare in tre e senza casco su un ciclomotore e non fermarsi all’alt delle forze dell’ordine è una grave mancanza, quello che sorprende maggiormente è che in una città, ove spesso in pieno giorno ed in mezzo a strade affollate avvengono rapine e omicidi di camorra, nessuno vede niente (città di sordi e di ciechi), mentre in questo episodio in piena notte spuntano testimoni come funghi, filmati e addirittura uno dei protagonisti della fuga. Che sia l’ennesimo miracolo di San Gennaro? Ho qualche dubbio, in quanto, oltre ad essere un peccatore incallito, non credo affatto ai miracoli e, pertanto, mi duole dirlo, "gatta ci cova".

Nel contesto della città partenopea non sorprendono nemmeno le aspre critiche mosse al magistrato Luigi Bobbio per la sua onesta affermazione: «La vera vittima è il carabiniere, vittima del suo senso del dovere e del fatto di essere chiamato a operare in una realtà schifosa la cui mentalità delinquenziale e la inclinazione a vivere violando ogni regola possibile è la normalità». In questi casi cedere al vittimismo e tapparsi gli occhi per non vedere la triste realtà è quanto di peggio possa capitare ed in Italia, e – in particolare in alcuni centri del Sud – questa è la normalità.