“A Fiumicino il loro arrivo non è passato inosservato. Undici persone in doppia fila, dal capostipite all’ultimo nipotino che batte le mani, per la foto ricordo di quel momento indimenticabile”. Così Il Corriere della Sera sul viaggio delle radici in Italia di una parte della famiglia Morsucci proveniente da Mendoza, in Argentina.
Destinazione: Belvedere Ostrense (Ancona), piccolo centro nell’entroterra marchigiano, spopolatosi negli anni Cinquanta quando Oltreoceano si cercava una vita migliore.
In municipio la sindaca Sara Ubertini ha accolto la delegazione della famiglia Morsucci che nel frattempo si è allargata a zii, cugini e nipoti interamente “made in Italy”.
Una famiglia, ha detto Ubertini, “testimone di una storia che unisce il coraggio dell’emigrazione alla forza delle radici”.
Tutto comincia con Anna Bronzini ed i suoi cinque figli. Spinti dalla madre, nel 1950 Armando e Riccardo emigrano in Argentina sulla scia di migliaia di piemontesi, veneti, friulani e abruzzesi. Non torneranno più in Italia.
Nelle nuove comunità d’Oltreoceano si parlano i dialetti regionali e i matrimoni sono tra vicini di casa: Vittoria è originaria di Osimo, Fiammetta del borgo di Mergo. Nascono nuove generazioni. In casa si continua a parlare italiano, oltre che spagnolo.
A Fiumicino, ad accogliere i parenti 75 anni dopo, c’era Anna Maria Morsucci. Stesso nome della bisnonna, un impiego nella Capitale, le vacanze a Belvedere Ostrense nella casa di inizio Novecento dove tutto ha avuto inizio.