Consulta, un cimitero di elefanti che andrebbe abolito – di Leonardo Cecca

Nel nostro ordinamento la Corte Costituzionale viene definita il massimo organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, di dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del presidente della Repubblica. Che dire, sembra proprio che sia di estrema necessità ed utilità ma, purtroppo, solo sulla carta.

A dimostrare, tuttavia, l’inutilità di tale costosissimo organo, para che da qualche mese sia proprio il Parlamento, il quale, per pure questioni di colore politico, non riesce a nominare due giudici: anche la diciottesima votazione, infatti, si è conclusa con un nulla di fatto.

Se ancora ci fosse stato qualche dubbio circa l’estraneità della Consulta alla politica, quanto sta succedendo è più che sufficiente a far cambiare idea anche ai più acerrimi assertori della sua imparzialità, senza poi tener conto dei biblici tempi necessari per le sue sentenze.

Sorge, pertanto, spontanea una domanda: ha senso continuare a tenere in piedi questo costosissimo apparato ben lontano dall’essere imparziale e che ha tutte le sembianze di un cimitero di elefanti parrucconi che godono di alte prebende e di benefit? Sicuramente un po’ di serietà politico-amministrativa consiglierebbe di abolirla, ma nel Paese dello sperpero, delle caste e del crea poltrone è una pura illusione.