Ormai è chiaro a tutti, Silvio Berlusconi – insieme alla maggior parte del Popolo della Libertà – vuole andare al voto prima possibile e archiviare così, in maniera definitivo, il governo guidato da Enrico Letta. E il Cavaliere non è il solo a desiderare un ritorno alle urne al più presto: anche Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, sarebbe felice se le elezioni fossero domani mattina. Non solo: persino all’interno del Partito Democratico c’è che la pensa come il Cav: elezioni e non se ne parli più. Sono soprattutto i parlamentari e i cittadini più vicini a Matteo Renzi a pensarla così, convinti come sono che se si andasse a votare da qui a breve il sindaco di Firenze conquisterebbe Palazzo Chigi. Naturalmente, anche Silvio e Beppe sono convinti di vincere. Insomma, le larghe intese cominciano a non piacere proprio a nessuno.
Intanto continua il dibattito tutto interno al PdL (o Forza Italia che sia). L’uomo di Arcore, attraverso il nuovo libro di Bruno Vespa, ha detto di essere pronto a ricandidarsi alle prossime Politiche (LEGGI LE DICHIARAZIONI DEL CAV). In questi giorni Silvio è “determinato” ad andare avanti e a non mollare. Del resto, spiega Daniela Santanchè, “lui è il leader e continua ad essere determinante, ora e anche più avanti”.
All’interno del partito si continua a ragionare sul prossimo futuro. Spiega ancora la pasionaria azzurra: “è evidente che ci sono delle diversità di linea. Si sta lavorando perchè ci sia l’unione, perchè il documento dell’ufficio di presidenza approvato nei giorni scorsi all’unanimità trovi il maggiore dei consensi" all’interno del partito. Alfano? “Non può dividersi da Silvio Berlusconi", come del resto "non ci sono differenze sul fatto di tornare a Forza Italia e che le deleghe siano affidate a Berlusconi. Il problema e’ di linea politica: non e’ accettabile questo accanimento del Pd, non è accettabile la legge di stabilità, che non potremmo votare". E ci si ricordi che "Alfano, Quagliariello, tutti noi dobbiamo rispondere ai nostri elettori". "Mi fa sorridere l’ala governativa quando dice ‘sostegno al governo fino al 2015’. Ma su che cosa? Se non si mette al centro la riforma della giustizia, il governo dove durare fino al 2015?". Domanda retorica, per la “pitonessa”.
Proprio sulla questione che riguarda il documento dell’ufficio di presidenza interviene Daniele Capezzone: “Con generosità umana e politica, il Presidente Berlusconi ha rivolto ieri a tutti un ulteriore invito a condividere il documento votato dall’ultimo Ufficio di Presidenza del Pdl, che ad oggi è stato fatto proprio da una maggioranza enorme dei membri del Consiglio nazionale". Un documento che indica “il ritorno a Forza Italia, con la guida del presidente Berlusconi". "Dov’è il problema? Perché alcuni amici ancora non raccolgono questo invito? E’ sufficiente – conclude l’azzurro – fare un giro per strada, o su internet, per percepire lo sconcerto di tanti elettori, che chiedono a tutti – a maggior ragione durante un attacco così grave contro il Presidente Berlusconi – la massima unità intorno a lui, senza riserve e senza condizioni".
Fra una dichiarazione e l’altra, arriva quella di Fabrizio Cicchitto, sempre meno a suo agio nel PdL, a quanto pare: "Un’altra giornata paradossale con la solita decina di dichiarazioni provocatorie scritte con lo stampino contro il governo e contro chi ha una diversa opinione all’interno del Pdl. Ultralealisti? Ultraberlusconiani? In effetti – secondo l’ex capogruppo alla Camera – stanno facendo a Berlusconi un pessimo servizio”.
Replica proprio a Cicchitto Elvira Savino, deputata azzurra: “Con tutto il rispetto per il collega Cicchitto, non credo che egli abbia il monopolio né per quanto riguarda il dibattito interno al partito né per quanto riguarda le proposte che i singoli parlamentari hanno tutto il diritto di indirizzare nei confronti del Governo per stimolarlo a fare di più e meglio e per realizzare il programma su cui esso ha ottenuto la fiducia in Parlamento e in base al quale noi siamo stati votati dai cittadini. Il pensiero unico non ha mai fatto parte della nostra cultura politica e mi meraviglio che ciò sfugga a un politico di lunghissimo corso come Cicchitto". "Noi dimostriamo vicinanza e sostegno al presidente Berlusconi in maniera concreta e leale, mentre altri lo fanno in maniera ipocrita”.
Insomma, per il momento non se ne esce. All’interno del PdL paiono cani e gatti. Nel frattempo, da parte del partito piovono attacchi al presidente del Consiglio Enrico Letta per le dichiarazioni rilasciate in alcune interviste, come quella di oggi alla Stampa, dal titolo "Combattere i populismi o distruggeranno l’Europa". "Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, maschera, dietro un ragionamento volto all’Europa, un tema tutto interno, e mette le mani avanti rispetto a un pericolo di una deriva di fatto Pdl-Grillo-Lega contro l’Europa tedesca e l’euro dell’austerità. Con l’obiettivo ultimo, già più volte manifestato, di dividere il Pdl tra governativi ‘europeisti’ e berlusconiani ‘populisti’" commenta Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. Il senatore Sandro Bondi, invece, sottolinea che "nelle interviste rilasciate ad alcuni quotidiani europei, il premier Enrico Letta esprime giudizi arbitrari e infondati sul Pdl e soprattutto omette di ricordare un elemento che non può essere sottaciuto ai cittadini europei, e cioè che il suo governo e la sua indicazione come premier di una larga coalizione deriva da una esplicita e determinante volontà politica del presidente Silvio Berlusconi". Un altro messaggio chiaro al presidente del Consiglio: questo governo non è monocolore e da solo non sta in piedi, ricordatelo.
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