Trovare un lavoro spesso non è facile. È infatti assolutamente normale dover inviare decine di candidature, per trovarsi ad affrontare diversi colloqui di lavoro. I quali come è noto sono sì delle preziose occasioni di carriera, ma sono allo stesso tempo anche grandi fonti di stress. E non è tutto qui: per aumentare le probabilità di essere tenuti in considerazione dopo l’incontro con il selezionatore vale la pena “allenarsi” in vista dell’appuntamento, raccogliendo informazioni sul potenziale datore di lavoro e lavorando sulle proprie risposte.
Ecco allora che un colloquio di lavoro ben preparato richiede anche diverse ore di impegno. Partendo da questi elementi, e considerando l’importanza che può avere l’esito di una job interview per la propria carriera professionale e in generale per la propria vita, non stupisce affatto il desiderio dei candidati di voler sapere il prima possibile qual è l’esito del colloquio di lavoro sostenuto.
Però, come sanno tutti, la maggior parte di questi incontri si concludono con la famosa frase “le faremo sapere”. Da quel momento iniziano tipicamente ore, giornate e perfino settimane di attesa. Talvolta il candidato ha la sensazione che il colloquio con il selezionatore sia andato bene, altre volte invece si è convinti che l’incontro sia stato tutt’altro che perfetto.
In ogni caso, nessuna certezza può esserci fino al momento in cui il selezionatore torna a farsi sentire, comunicando l’esito del colloquio. Purtroppo, però, spesso non si riceve nessun feedback.
Cosa fare dunque in questa occasione? È il caso di contattare l’azienda o il selezionatore per avere delle informazioni, oppure no, perché magari un comportamento di questo genere potrebbe essere giudicato negativamente?
Cosa fare dopo il colloquio di lavoro
Lo abbiamo chiesto a Carola Adami, CEO di Adami & Associati, società internazionale specializzata nella selezione di personale e nello sviluppo di carriera.
«Quando dopo un colloquio di lavoro non si hanno più notizie dal responsabile delle risorse umane o dal selezionatore, può essere sicuramente una buona idea contattare il proprio intervistatore, chiedendo cortesemente un feedback. Questo piccolo disturbo assicura alcuni vantaggi: prima di tutto, si mostra all’azienda che si è profondamente interessati al posto di lavoro; in secondo luogo, permette di raccogliere eventuali feedback preziosi per migliorare il proprio approccio ai colloqui futuri. Un selezionatore potrebbe per esempio comunicare un esito negativo, indicando quelle che sono state le mancanze che hanno portato a scartare il candidato: forse mancava una precisa competenza, forse non si è risultati adatti alla cultura aziendale del datore di lavoro, o forse semplicemente si sono presentati dei candidati nettamente migliori. In tutti i casi, il feedback può essere una buona base per fare meglio alla prossima occasione».
Sul fatto che avere dei feedback dopo un colloquio di lavoro sia positivo per il candidato non ci sono quindi dubbi. Ma per quale motivo dunque i selezionatori talvolta spariscono del tutto, senza più dare notizie?
«I motivi possono essere i più diversi» spiega l’head hunter «in certi casi il ritardo è da collegare al fatto che l’azienda sta effettuando altre interviste, con il processo di recruiting che procede lentamente; altre volte tutto viene rimandato o messo in pausa, per delle dinamiche interne all’azienda; altre volte ancora si ha a che fare con delle dimenticanze, oppure con delle assenze prolungate e improvvise del selezionatore incaricato».
In tutti i casi, se l’azienda ritarda nel comunicare l’esito, è bene agire in prima persona dunque. Ma quando?
«In genere, se non si hanno altre informazioni in mano, è corretto aspettare circa una decina di giorni prima di contattare l’azienda o il selezionatore che ha condotto il colloquio di lavoro» spiega ancora Carola Adami.
L’importante in tutti i casi «è essere cortesi, scrivendo per esempio una breve email in cui si chiedono informazioni relative alle tempistiche della selezione, oppure chiedendo direttamente un feedback sul colloquio di lavoro, ribadendo il proprio interesse per la posizione». Il tutto, ovviamente, evitando di essere insistenti o petulanti, sapendo che il proprio profilo potrebbe essere tenuto in considerazione per delle ricerche successive.