“Chiunque vinca, poi si rispettano le regole, il Pd è la casa di tutti”. Matteo Renzi lo ha ripetuto più volte nelle ultime settimane. Le primarie le ha vinte lui. Adesso si augura che ciascuno possa fare la propria parte. A iniziare da chi lo ha sfidato e ha perso.
Domenica Renzi tornerà ufficialmente a essere segretario del Pd. Potrà contare su una forte maggioranza all’interno dell’assemblea, sono infatti 700 i delegati renziani, su mille. Nella direzione, che si eleggerà domenica, su 120 membri, 84 saranno di area Renzi, 24 di Orlando e 12 di Emiliano. Insomma, il segretario dovrebbe avere la possibilità di lavorare tranquillo, senza troppi che gli mettano i bastoni tra le ruote (stile Bersani e D’Alema, per intenderci). Comunque Renzi ha impostato la “nuova fase” in modo diverso al passato: tende a coinvolgere di più, a fare più squadra, perché ha capito di avere sbagliato a non fare lo stesso negli anni precedenti.
Si attende il discorso di Renzi per capire quale strada prenderà il Pd. Intanto Michele Emiliano ha fondato la nuova area del Pd Fronte democratico, si è riunito nel pomeriggio di sabato con i suoi sostenitori per mettere a punto il discorso con cui interverrà domani. “Ci auguriamo – che il Pd cominci con il piede giusto”, ha detto Emiliano ai giornalisti, in attesa di domenica “per capire se le cose sono davvero cambiate”.
Secondo alcune fonti la segreteria Pd potrebbe non venire eletta domani. Verranno invece votati, oltre al presidente, i vice-presidenti dell’assemblea, il tesoriere (che sarà ancora Francesco Bonifazi) e la commissione di garanzia. Lorenzo Guerini in queste ore viene citato come possibile vice-segretario a fianco di Martina, ma anche come sottosegretario a palazzo Chigi con delega ai servizi. Per Matteo Richetti si delinea un ruolo da portavoce del partito.
Mentre accade tutto questo, resta sempre sul tavolo l’ipotesi di elezioni anticipate. O no? Alcune indiscrezioni vorrebbero Matteo Renzi in pressing per andare al voto. È davvero così? Risponde Lorenzo Guerini, vicesegretario uscente del Pd, raggiunto dall’AdnKronos: “Non credo sia utile discutere ogni giorno della scadenza della legislatura. Il governo ha il pieno sostegno del Partito democratico, ma l’obiettivo è fare le cose che servono all’Italia e agli italiani, non prolungare la legislatura. E comunque la parola finale spetta al Presidente del Consiglio e al Presidente della Repubblica”. Eppure Renzi potrebbe davvero voler tornare al voto prima possibile, ora che, come ha detto Franceschini, “è più forte di prima”.
Tra i punti su cui vuole puntare Renzi con il nuovo percorso del Pd c’è internet, a cui Matteo vuole dedicare molto più spazio ed energie, molte più risorse. Non vuole restare indietro, rispetto a Grillo e ai 5stelle. Per questo nel suo piano strategico per rilanciare il Pd c’è anche tanto web.