Non è piaciuto, all’On. Mario Caruso, il mio ultimo editoriale, nel quale gli suggerivo di pensare di più ai problemi specifici degli italiani all’estero, ovvero di coloro che l’hanno inviato in Parlamento con il proprio voto per essere rappresentati e difesi nei loro diritti, piuttosto che ad argomenti certamente delicati, come la morte perinatale, che tuttavia nulla hanno a che vedere con il mondo dell’emigrazione.
"L’articolo che stamattina (ieri, ndr)) è apparso su ItaliachiamaItalia mi solleva un dubbio", scrive il deputato di Scelta Civica eletto nella ripartizione estera Europa: "probabilmente a molti sfugge il ruolo, la responsabilità e l’impegno di cui un rappresentante dei cittadini, in una cornice parlamentare, dovrebbe farsi carico. Non unilaterale veicolo di istanze – sottolinea -, che sono legittime soltanto se raccolgono il piacere di questo o di quel referente, ma attento ascoltatore di una cittadinanza spesso avvilita da scelte politiche sbagliate o superficiali". Non sappiamo a quali scelte politiche si riferisca in particolare Caruso: davvero pensa che la politica abbia a che vedere con la morte perinatale? Per noi, i cittadini "avviliti" da una certa politica italiana sono i connazionali residenti all’estero, massacrati dai tagli alla rete consolare, discriminati in maniera iniqua su temi molto sentiti come quello relativo all’Imu.
"Spesso si additano le rappresentanze elette all’estero come alienate rispetto alla dialettica politica nazionale e alle scelte che ne derivano, ma se lo stesso mondo dell’emigrazione permette, massimizza e valorizza questo ‘distacco’ tra ciò che estero e ciò che non lo è, probabilmente abbiamo capito ben poco di cosa sia la politica e che servizio debba offrire ai cittadini". Anche a me la nota con cui Caruso replica al mio editoriale "solleva un dubbio": il dubbio che l’amico Mario abbia letto con molta poca attenzione il mio articolo, nel quale fra le altre cose è scritto: "Sei un deputato nazionale a tutti gli effetti, lo sappiamo; ma non dimenticarti degli elettori, non dimenticarti della particolare missione che devi portare avanti come eletto oltre confine". Dunque, ItaliaChiamaItalia da sempre dà agli eletti all’estero un ruolo "nazionale", ma ci abbiamo sempre tenuto a sottolineare che i 18 "italo-stranieri" debbano soprattutto occuparsi di italiani nel mondo e rispondere al proprio elettorato. Anche perché oltre confine esistono le preferenze, diversamente da ciò che accade in Italia: e non lo diciamo perchè siamo sensibili al consenso, ma perchè riteniamo che un parlamentare abbia come primo dovere di mantenere il punto sul programma per cui è stato votato.
Questo non significa che non possa interessarsi a tematiche di argomento etico o che riguardino i diritti civili. Significa semplicemente che deve PRIORITARIAMENTE condurre in porto le battaglie per cui lo hanno votato.
"Esprimere la propria vicinanza a chi ha perso un bambino o fare in modo che questo non accada più, piuttosto che sollevare vergognose provocazioni, dovrebbe generare plauso trasversale e sensibilizzazione", scrive ancora Caruso. Ecco, questo ci conferma che davvero non ha letto con la dovuta attenzione l’editoriale che tanto critica e che tanto lo ha infastidito, nel quale si legge: "Evviva la Giornata Mondiale della Morte Perinatale, ma caro Mario, pensa pure agli italiani nel mondo". Dunque, il nostro plauso c’è stato. Ma evidentemente Mario non se n’è accorto, tanto grande deve essere stata la sua irritazione per la critica mossagli.
Non è finita qui. L’eletto all’estero pretende pure di indicare a un giornale libero come il nostro, che va avanti solo grazie alle proprie forze, che non riceve un centesimo di contributo pubblico e che nessuno – a parte pochissimi amici – ha mai aiutato a superare le difficoltà che negli anni ha incontrato lungo il proprio percorso; a tale giornale, dicevamo, Caruso pretende di insegnare il lavoro nel metodo e nel merito. Lo fa quando scrive: "Le provocazioni ed eventuali tiratine di orecchie possono e devono essere fatte ad un rappresentante politico (grazie Mario per la gentile concessione!, ndr), ma nei modi e nei tempi dettati dall’onestà professionale e dalla correttezza civile". Vorresti dire, onorevole, che non siamo professionalmente onesti? Questa sì che sarebbe un’offesa da parte tua che non ci meritiamo. E poi: ci spiegheresti cosa intendi per "correttezza civile"? In quale caso siamo stati "scorretti" secondo il tuo punto di vista? Bah.
Caruso, impara a incassare. Impara ad accettare le critiche anche quando non ti piacciono. Sei entrato da pochi mesi in Parlamento e già mostri segni di insofferenza di fronte a un articolo che ha applaudito alla tua iniziativa ma si è anche permesso di suggerirti di dare priorità al tuo elettorato. Il mio, se permetti, non è stato un commento "puerile e sterile", ma un piccolo appunto da giornalista libero quale mi ritengo; raccontaci piuttosto qual è stato il tuo contributo alle "tematiche estere". Cos’hai fatto sulla materia che riguarda l’Imu? Come ti sei mosso per evitare la chiusure dei consolati? E sul caso Giacchetta, un’infame vicenda di cui abbiamo parlato anche di recente, perché non sei intervenuto? Non ti indigna il fatto che un funzionario di patronato abbia truffato centinaia di famiglie italiane per milioni di euro? Usi la penna per replicare a un mio editoriale che paragonato a ciò che ho scritto sul caso Giacchetta è acqua fresca: te ne rendi conto? Lo capisci quanto pesa il tuo silenzio nei temi che riguardano gli italiani all’estero più da vicino?
Ti staremo col fiato sul collo. Non a te soltanto, ma a tutti gli eletti oltre confine. Perché questa è la nostra missione, quella di "cani da guardia" a difesa degli italiani nel mondo. E per ciò che riguarda il nostro giornale, ti prego, risparmiati certe indicazioni sui "modi" e sui "tempi" in cui – a tuo dire – andrebbero mosse certe critiche: non permettiamo a nessuno, sottolineo a nessuno, di dirci come lavorare. Siamo online da otto anni, facciamo i salti mortali per restare in vita, e tu vorresti pure insegnarci il mestiere o imporci "modi e tempi". Ti do un suggerimento: pensa al tuo di lavoro, al nostro ci pensiamo noi.
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