Il caso dei senatori Sandro Bondi e Manuela Repetti che hanno lasciato Forza Italia fa discutere. Ora, le frasi di Manuela Repetti, secondo cui il premier Matteo Renzi sarebbe l’erede di Silvio Berlusconi, fanno specie. A casa mia, questo atteggiamento si chiama opportunismo. In primo luogo, Renzi non è l’erede di Berlusconi. L’uomo di Arcore è un imprenditore che si è prestato alla politica, mentre Renzi è un politico di professione.
In secondo luogo, il cambio di passo di questi due senatori è uno di quegli atteggiamenti che squalificano la politica.
Infatti, in questo modo la gente ha il pretesto per dire che la politica è autoreferenziale, che ai politici interessa solo la poltrona, che la politica non rispetta gli elettori e che i politici sono senza valori.
Per finire, quanto successo non è stato bello neppure sul piano umano. Se si crede veramente nel progetto e nella persona che lo porta avanti si fa il possibile per dare una mano. Forse Sandro Bondi e Manuela Repetti non credevano nel progetto di ricostruzione del centrodestra. Inoltre, proprio nel momento in cui Berlusconi si è trovato in difficoltà, Bondi e Repetti hanno mollato lui ed il partito. Ricordo, per esempio, che grazie a Berlusconi Bondi era diventato ministro. Io mi ricordo di Bondi che difendeva Berlusconi in ogni dove. Ora, cosa è accaduto?
Oltretutto, il progetto politico di Bondi e Repetti non è quello di ricostruire un nuovo centrodestra ma è quello di allearsi con il Partito Democratico di Matteo Renzi. Di fatto, essi hanno saltato il fosso. Il partito di Renzi sta inglobando varie forze politiche, un po’ come l’alieno del film horror e fantascientifico del 1982 "La Cosa". Il problema è che i "partiti della Nazione" non sono mai un buon segno per la democrazia. La nostra democrazia è seriamente malata. Oramai, ciò è conclamato.
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