Giorni estremamente difficili attendono il governo Berlusconi. Fra malpancisti, frondisti e dissidenti vari, la maggioranza trema sempre più. Anzi, alla Camera ormai la maggioranza assoluta non esiste proprio: due deputati del PdL, infatti, sono passati con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Si tratta di Ida D’Ippolito Viale e Alessio Bonciani. E il peggio è che nelle prossime ore la diaspora potrebbe continuare. Francesco Rutelli, leader Api, fa il veggente e vede "ulteriori defezioni dalla maggioranza nei prossimi giorni". Rutelli è convinto che ci sia bisogno ormai di "una nuova leadership e una larga maggioranza" per rispondere alla crisi che tiene stretta l’Italia, perchè l’attuale esecutivo non è più in grado, dice, di governare.
A ben guardare, tuttavia, se ci fermiamo ai numeri, Silvio Berlusconi a Montecitorio può ancora sperare: con i 212 del PdL, 9 della Lega, 25 di Popolo e Territorio, 7 di Grande Sud il movimento di Gianfranco Miccichè, più esponenti vari del gruppo misto, la maggioranza è a quota 314. L’opposizione è a 306. La maggioranza assoluta non c’è più, ma i numeri di chi sta con il governo superano quelli che non voterebbero mai la fiducia al Cavaliere.
Certo che però è difficile governare così. Anche perchè all’interno del PdL ci sono troppi, troppi dissidenti: la lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera e firmata, fra gli altri, da Isabella Bertolini e Giorgio Stracquadanio, non promette nulla di buono. E poi c’è l’incognita Picchi, il deputato pidiellino eletto all’estero che sarebbe pronto a passare con Casini da un momento all’altro e che tiene la maggioranza con il fiato sospeso: a breve, secondo quanto afferma lo stesso eletto oltre confine, scioglierà le sue riserve e prenderà una decisione.
Da come stanno le cose, se gli scontenti non solo abbandonassero il premier ma entrassero nel fronte di chi intende sfiduciarlo, Berlusconi potrebbe dire addio a Palazzo Chigi. Anche per questo una eventuale richiesta di fiducia a Montecitorio potrebbe essere un boomerang per il governo. La sicurezza di farcela che c’era solo qualche giorno fa oggi non c’è più.
Dall’opposizione Idv e Pd attaccano duramente. "Questo governo è un disastro", afferma Felice Belisario, presidente dei senatori dipietristi. "L’unica strada per una nuova maggioranza è il voto anticipato", sottolinea. Per Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd, "il passaggio avvenuto in queste ore di due deputati Pdl alle fila dell’Udc segna un`altra tappa di questa lenta agonia che sta producendo danni incalcolabili al Paese. Che altro occorre aspettare perché la maggioranza prenda atto di essere ormai dissolta?".
Daniele Capezzone, portavoce del PdL, prova a fare la sintesi della situazione, vista da destra: "In queste ore difficili, il Pdl ha a mio avviso due doveri, e insieme due opportunita’ politiche. Primo: difendere il Governo Berlusconi da manovre di palazzo che riporterebbero le lancette della politica al peggio della Prima Repubblica. Secondo: alzare la bandiera delle riforme liberali, unica bussola possibile per il presente e per il futuro". Il ragionamento fila liscio come l’olio, ma troppo spesso Berlusconi è sordo di fronte a certi richiami. A lui piace fare di testa sua, oppure ha davvero vicino persone che non sanno dargli giusti consigli. Fatto sta che d’ora in poi sarà più difficile mantenere il coltello dalla parte del manico. Il crollo dell’attuale esecutivo potrebbe essere dietro l’angolo.
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