Tre grandi ritorni: Antonio Conte in panchina, Claudio Marchisio in campo e il tabellone a eliminazione di Champions, assente dai tempi di Ranieri. La Juventus comprensibilmente euforica per l’impresa di Donetsk si rituffa in campionato con l’insidiosa trasferta di Palermo e si prepara al mercato d’inverno con prospettive ambiziose. Il tecnico tornera’ a sedersi sulla panchina siciliana dopo quattro mesi di inattivita’, con la squadra prima in classifica e la qualificazione europea conquistata. Davvero di piu’ non poteva chiedere, passando oltretutto da giornate ad alta temperatura, come quelle con Napoli, Inter, Milan, Roma e Lazio in campionato, con Chelsea e due volte lo Shakhtar in Coppa, ma anche, a inizio stagione, con il Napoli in Supercoppa, a Pechino. La squadra ha dimostrato di aver assimilato in pieno le idee di Conte, ma anche lo spirito e la consapevolezza, la tranquillita’ psicologica e la salute atletica. E poi il tecnico non si vede ma c’e’ anche in materia di disciplina di gruppo: ne sa qualcosa Paul Pogba, punito e poi riabilitato e coccolato dopo la minima infrazione al regolamento interno. Sara’ lo stesso Conte, alla vigilia, a mandare ai suoi un messaggio chiarissimo: se l’euforia ci scarichera’, non saremo ancora una grande squadra.
Quello che e’ successo nel dopo-Chelsea, cioe’ la prova incolore con il Milan, insomma, non si deve ripetere, anche perche’ gli inseguitori sono a due passi. A togliergli qualche dubbio di turn over saranno le squalifiche: Marchisio rientra dalla sua, mentre Giovinco deve scontarla. La Juve si tuffa di colpo sulla realta’ esclusiva del campionato, fino a meta’ febbraio, quando ritorna la Champions: e’ in questo periodo che cerchera’ l’allungo decisivo, libera dalla zavorra del doppio impegno settimanale. L’euforia, soprattutto quella tifosa, porta anche a sognare il tanto agognato bomber, che adesso diventa indispensabile se si crede in una Champions ancora piu’ ambiziosa. Beppe Marotta ha gia’ gelato in piu’ occasioni gli entusiasmi. E lo rifa’ anche dai microfoni della Rai: ‘E’ utopistico pensare a una grande punta, sia per i costi, che i club italiani non si possono permettere, sia perche’ a gennaio e’ difficile trovare chi fa la differenza. E poi le nostre vittorie sono frutto di contributi collettivi e siamo il secondo miglior attacco del campionato’. Fernando Llorente, ben che vada, arrivera’ a giugno, Lewandoski prova a vincere la Coppa con il Borussia, Drogba vuole un sacco di soldi e Suarez costa tantissimo. Il club ritiene che, visti i risultati, l’attuale rosa di attaccanti possa offrire sufficienti garanzie. L’eventuale scambio Matri-Pazzini cambierebbe poco o nulla.
Qualche spicciolo sara’ impiegato per rafforzare la fascia sinistra (Peluso dell’Atalanta?), considerando che Asamoah sara’ assente per oltre un mese per la Coppa d’Africa. Certo, se Giovinco e Vucinic (a parte un doveroso aggiustamento di mira) giocassero sempre come ieri, il top player potrebbe tranquillamente aspettare.
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