La bomba immigrazione non e’ facile da disinnescare per Matteo Renzi. Il fatto che i guai siano stati combinati da chi oggi urla, come sostiene il premier, non sembra sufficiente ad arginare i problemi sociali e politici che si profilano all’orizzonte. L’urto delle migliaia di migranti in attesa di sbarcare in Italia, infatti, potrebbe rivelarsi insostenibile per i molti comuni che sono al collasso e senza fondi. Il primo ministro spera di portare a casa nuovi risultati entro il Consiglio Ue di fine mese e promette di scorporare dal Patto di stabilita’ le spese che dovranno essere sostenute dai sindaci, ma la realta’ e’ che si sta diffondendo un malessere sociale che lambisce anche la sinistra e sul quale soffia la Lega.
Salvini sottolinea, alla luce dello scandalo di ”Mafia Capitale”, come l’accoglienza dei migranti sia diventata un business per il malaffare. Ma c’e’ anche un risvolto politico nuovo: la rinascita dell’ Asse del Nord tra Carroccio e Forza Italia. La prontezza con la quale il neogovernatore della Liguria Giovanni Toti ha abbracciato l’idea di Roberto Maroni di tagliare i fondi ai comuni che daranno ospitalita’ agli immigrati, e’ la dimostrazione che gli azzurri hanno individuato nella lotta ai clandestini il terreno ideale sul quale ricostruire il rapporto con il vincente Salvini.
Il leader lumbard incontrera’ a breve Silvio Berlusconi e fa sapere di non volere dare ordini a nessuno, ma non c’e’ dubbio che la virata del vascello azzurro e il riconoscimento che i due partiti sono ormai alla pari (nella migliore delle ipotesi per il Cavaliere), e’ il segnale che nel centrodestra si sta aprendo una fase nuova, destinata a creare molti problemi ai centristi. Renzi e la presidente della Camera Boldrini invitano la Lega al buon senso perche’ in un momento cosi’ difficile il Paese dovrebbe dare prova di compattezza e non avvitarsi nei soliti litigi senza prospettiva.
Il ragionamento del governo e’ che con le loro polemiche i leghisti non fanno che rendere piu’ difficile una soluzione equilibrata a livello europeo. Pero’ e’ anche vero che le critiche feroci possono rappresentare per l’Ue un campanello d’allarme da non sottovalutare: Angela Merkel se ne e’ resa conto e parla infatti di un problema molto serio da risolvere con rapidita’, soprattutto sul suolo libico. Molto dipendera’ naturalmente dagli eventi. Se davvero sulle coste della Libia sono centinaia di migliaia i migranti che attendono di imbarcarsi per l’Europa, e’ chiaro che la linea dell’accoglienza a totale carico di Italia e Grecia non potra’ reggere a lungo.
I 5 stelle chiedono di rivedere il trattato di Dublino e Forza Italia mette in guardia contro il raggiungimento del punto critico della sopportazione dei cittadini che si trovano in prima fila a fronteggiare un ”dramma epocale”, per stare alle parole di Gaetano Quagliariello. E’ vero che fenomeni di questo tipo, come dicono i centristi, non si risolvono con le minacce e che i governatori pronti a colpire i comuni piu’ aperti all’accoglienza rischiano di finire al di fuori della propria giurisdizione: ma cio’ rinvia fatalmente la palla nel campo dell’ esecutivo e delle sue capacita’ di contrattazione con gli altri partner europei. In un momento, per di piu’, estremamente delicato in cui la crisi greca e’ giunta all’ultimi miglio e quella ucraina allontana sempre di piu’ l’Unione dall’armistizio con la Russia di Putin.
Sono tutti elementi che rischiano di oscurare la timida ripresa economica sulla quale conta Renzi per rilanciare l’immagine dell’esecutivo. E che in fondo lo rendono piu’ debole nella trattativa con la sinistra interna, decisiva con i suoi numeri al Senato.
Il Rottamatore e’ pronto ad alcune concessioni sulla riforme della scuola e del Senato e, a quanto sembra, anche a discutere un nuovo equilibrio interno del Pd: a breve infatti si dovra’ eleggere il nuovo capogruppo alla Camera in sostituzione del dimissionario Roberto Speranza (la carica potrebbe essere confermata ad un esponente moderato della minoranza dem) e a settembre si porra’ il problema del rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari. Un mosaico complesso sul quale grava tuttavia la situazione del partito romano che, secondo molti democratici, non e’ poi cosi’ diversa da quella nazionale. L’ombra del commissariamento della Capitale non sembra esorcizzata e Roberto Morassut invoca un nuovo modello di governance. Mentre un po’ tutti attendono di vedere quali saranno le novita’ che emergeranno dall’inchiesta della magistratura.
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