Boldrini e Grasso? Tempo di pensare all’Italia, no a divisioni politiche – di Ricky Filosa

Al di là delle casacche di partito che indossano, Laura Boldrini e Pietro Grasso sono due personalità ricche di storia personale, di spessore, esperienza e spirito comunitario. Due volti nuovi per la politica italiana, che in questa XVII legislatura fanno la differenza, dopo tanti anni delle solite facce e dei soliti nomi. Rimangono tuttavia questioni aperte e gli equilibri delicatissimi che sono emersi dal voto fanno temere il peggio.

Il centrodestra si prepara a fare crollare tutto. I toni sono minacciosi. I pidiellini non ci stanno, si sentono esclusi, e non si possono biasimare: milioni di italiani hanno votato per loro. Parlare subito di un ritorno al voto è comunque rischioso, per il tempo perduto, per l’urgenza del fare, per la nostra immagine internazionale che ci accomuna ormai alla Grecia e al suo destino di decrescita (infelice, caro Grillo!).

In democrazia gli elettori non possono essere umiliati, e quei milioni che hanno votato Pdl hanno il diritto di avere i loro rappresentanti a difendere le loro istanze e a lottare per vedere approvati i punti focali del programma. Si deve pensare a far crescere il Paese, più che ai giochi di potere che piacciono ancora troppo ai leader delle nostre forze politiche. Abbiamo un parlamento ricco di giovani e donne, ricco di persone che hanno tanta voglia di fare bene, tanto entusiasmo. Non possiamo buttare tutto all’aria. D’altra parte, è anche giusto dare un equilibrio alle cariche dello Stato. Presidenza di Camera e Senato alla sinistra, va bene: ma ora dovrebbe essere proprio quella parte politica a collaborare con il centrodestra nella scelta di un capo dello Stato super partes dal profilo autenticamente istituzionale. Non ci sarebbe nulla di male e Bersani, con i suoi alleati, dimostrerebbe un’apertura mentale e una visione che finora, onestamente, non siamo riusciti a intravedere nelle sue decisioni pregiudiziali tese a costruire steccati piuttosto che a superarli.

Pensiamo all’Italia, agli italiani soffocati dalla crisi, agli imprenditori che si uccidono perché non riescono a portare avanti le loro aziende, ai milioni di giovani disoccupati (a cui anche Grasso, nel suo discorso d’insediamento, ha rivolto un pensiero). Pensiamo a questo, non a colori e schieramenti, che in un contesto politico ed economico come quello attuale non dovrebbero neppure interessarci.

Twitter @rickyfilosa