Come ogni anno è tempo di Legge di bilancio; il governo ha dato ordine a tutti i ministeri di razionalizzare la spesa. Anche quello degli Esteri, dunque, dovrà fare delle scelte. “Tagli pesanti per gli italiani all’estero”, ha urlato ai quattro venti la sinistra. Ma è davvero così?
Dalle notizie che abbiamo raccolto, in realtà non sono previsti tagli per gli italiani nel mondo. Sì, le cifre in bilancio sono inferiori al più recente passato, è vero, per quanto riguarda Comites e CGIE, per esempio. Ma questo perché sono scaduti i termini previsti da un emendamento targato MAIE, presentato dall’allora On. Mario Borghese, oggi Senatore, che prevedeva appunto più quattrini a questi due organi di rappresentanza dei connazionali oltre confine.
Andando a guardare con maggiore attenzione i numeri, infatti, ci siamo resi conto di una cosa: a venire cancellata è in realtà la politica impressa dall’allora Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE. Le cifre stanziate negli ultimi anni – più soldi ai Comites, più soldi al CGIE, per fare degli esempi – erano state la conseguenza di decisioni politiche prese da Merlo e poi dal Parlamento, certamente dietro la spinta del MAIE. Movimento Associativo che comunque continua a spingere, con i propri parlamentari a Roma e con lo stesso presidente Merlo che pure da oltre oceano, anche grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti di comunicazione, resta al cento per cento operativo.
Dunque, non ci sono tagli veri e propri. Le risorse destinate alla rete consolare, per esempio, non vengono toccate. E’ solo finito “l’effetto doping” impresso dal Movimento Associativo Italiani all’Estero durante la sua gestione all’interno del governo italiano. Si torna quindi alla normalità, per così dire.
Il guaio, però, è che oggi la normalità non basta più. La rete consolare è al collasso: ci vorrebbero davvero più fondi. Su questo si sta muovendo il MAIE: il Sen. Borghese ha presentato infatti diversi emendamenti, uno di questi teso ad ottenere risorse economiche per nuove assunzioni alla Farnesina. Altrimenti rischieremmo di tornare ai tempi più bui, a quando governi di sinistra toglievano ossigeno alla rete consolare e chiudevano decine e decine di Ambasciate e Consolati in tutto il mondo.
La politica, come l’informazione, vive giorno per giorno. Oggi la situazione è quella che vi abbiamo raccontato. Vedremo come andrà a finire. Certo è che, al momento, non c’è un centrodestra cattivo che vuole colpire l’universo dell’emigrazione, come vorrebbe far credere qualche esponente del Partito Democratico. Molto più semplicemente, continua a sentirsi la mancanza di un eletto all’estero nella stanza dei bottoni.