Sto leggendo un romanzo che racconta di un condannato a morte che vede correre sempre più veloci i suoi giorni verso la camera a gas, sembra di leggere (fortunatamente in modo per ora fisicamente incruento) le vicende giudiziarie di Berlusconi e il suo sempre più probabile prossimo allontanamento dalla politica. La decisione della Cassazione di anticipare a fine luglio la discussione del suo caso (con una velocità di solito obiettivamente sconosciuta alla Corte) ha rimesso in ebollizione il mondo politico con la possibilità che un leader votato da milioni di persone se ne vada, scacciato da ogni carica pubblica. Invano, di recente avevo cercato con pacatezza di ragionare sulla sua recente condanna al processo Ruby che a me era parsa esagerata, ma i tanti commenti che ho ricevuto non hanno fatto che confermarmi quanto la figura del Cavaliere abbia man mano sempre più diviso l’opinione pubblica: ho ricevuto critiche ed insulti per essere stato "troppo accondiscendente" verso di lui, esattamente come altri mi hanno invece dipinto come "traditore".
Il problema politico che ora si delinea è però cosa avverrà nel dopo-Berlusconi, un uomo che già in passato si ipotizzava sarebbe stato obbligato a passare la mano dopo una sua sempre imminente, pesante e preannunciata sconfitta elettorale (che poi però non c’è mai stata…) e che ora sembra invece improvvisamente più vicina per le sue vicende giudiziarie. Ma esiste nel centro-destra un piano di riserva nel momento in cui Berlusconi uscisse di scena? C’è una alternativa, un “delfino”, qualcuno in grado di raccoglierne l’eredità elettorale prima ancora che politica? E’ questa mancanza di un "Renzi 2" nel centro-destra che dovrebbe preoccupare, perchè un buon 60% degli italiani non ama la sinistra nelle sue varie declinazioni e questa maggioranza del Paese rischia di restare orfana per diverso tempo di un partito, un’idea, un personaggio, un leader che sappia interpretare il pensiero di milioni di italiani. Un (o una..) leader che non potrà però essere un "falco" o guiderà solo una più o meno forte pattuglia di Talebani, ma qualcuno capace di coinvolgere quella maggioranza silenziosa e – aggiungo io – che dimostri prima di tutto una correttezza morale e di comportamento personale senza la quale non potrebbe e dovrebbe neppure presentarsi. Diversi personaggi potrebbero emergere (anche se in TV si vedono quasi sempre le solite facce sui soliti problemi con i soliti toni) ma è grave che anche in occasione delle ultime elezioni politiche lo stesso Berlusconi abbia premiato e fatto premiare dei "fedelissimi" anzichè guardare alla qualità e al futuro. Anche questo credo sia stato un suo grave errore essendosi da tempo circondato da una corte che prima di tutto – e come sempre – pensa innanzitutto a salvare se stessa, soprattutto nel momento del probabile declino. Tempi ancora più duri in arrivo…
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