Silvio Berlusconi detta nel pomeriggio una nota nella quale spiega che, dopo il no di Forza Italia alle riforme del governo Renzi, “oggi si apre una nuova era di centralità per il nostro movimento politico”. Il Cav si augura che “tutti lavorino per portarla avanti con armonia, rinunciando a qualche protagonismo di troppo e a qualche distinguo dal sapore un po’ strumentale” E’ qualche che “dobbiamo ai nostri elettori”, i quali “non vogliono un partito irretito né dalle sirene della nuova destra populista, né da quelle del falso riformismo della sinistra. Lo vogliono indipendente e protagonista, come lo è stato per venti anni e come sarà ancora in futuro".
Riferendosi ancora al voto contrario del suo partito al ddl Riforme nell’aula della Camera, l’ex premier commenta: “Oggi Forza Italia ha ripreso la sua autonomia e torna a fare opposizione a 360 gradi, come stabilito durante il dibattito negli organismi di partito e all’interno dei gruppi parlamentari che, all’unanimità, hanno fatto proprie queste scelte. Chi oggi ha ritenuto di dover esprimere le proprie riflessioni, avrebbe fatto meglio a farlo allora, condividendo con tutti noi i suoi spunti di dibattito".
"Il gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati oggi ha votato compattamente contro il disegno di legge di riforma della Costituzione proposto dal governo Renzi. Le cassandre che sui giornali descrivevano il nostro come un movimento politico lacerato, diviso in mille fazioni e pronto ad esprimersi in ordine sparso, sono state smentite dal senso di responsabilità dei nostri rappresentanti", sottolinea l’uomo di Arcore, che poi, ringraziando i suoi deputati, compreso il capogruppo Renato Brunetta, commenta: “So bene che non è stato un passaggio facile”, e grazie a Brunetta “che si è assunto il non facile compito di argomentare le nostre scelte e del quale ho condiviso l’intervento in aula nei toni e nelle parole".
Per Berlusconi il patto del Nazareno è morto e sepolto: “Abbiamo rispettato i patti fino in fondo, altri non possono dire lo stesso. Siamo fieri del nostro lavoro e dei nostri sforzi, ma non dobbiamo avere paure, o nostalgia per una strada ormai impercorribile. Non siamo stati noi ad interrompere un percorso virtuoso di condivisione, non siamo stati noi ad anteporre gli interessi di partito a quelli del Paese, non siamo stati noi a forzare ed imporre scelte che avrebbero dovuto essere concordate".
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