O si anticipano le politiche, o si posticipano le regionali. E’ il sentiero stretto che il Pdl di Angelino Alfano ma, a sorpresa, anche la Lista Italia di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini indicano al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, dopo la scelta del Viminale, di fissare a Febbraio la data delle regionali. ‘Un errore madornale e grossolano – affonda al mattino il segretario del Pdl -. Monti si e’ inginocchiato a Bersani, gli italiani non possono pagare una tassa di 100 milioni di euro al cinico Pd’.
Senza election day Silvio Berlusconi, ma anche gli ex An, sono pronti a staccare la spina al governo, subito dopo il varo della legge di stabilità. Due disgiunte campagne elettorali, fanno filtrare intanto la loro preoccupazione anche Casini e Fini, trascinerebbero il Paese in una disfida lunga quattro mesi indebolendo troppo Mario Monti. Ma Pier Luigi Bersani zittisce il Pdl: ‘Alfano non faccia il mestiere del presidente della Repubblica ma il suo lavoro’.’Si vada a votare nei tempi giusti per le politiche e prima che si puo’ per le Regioni senza governo – aggiunge il segretario Pd -. Ho sempre detto questo e mantengo questa posizione’.
Dal Colle si conferma la stessa indicazione degli ultimi mesi ai partiti: si faccia la legge elettorale. Altrimenti – sarebbe il ragionamento che si fa al Quirinale senza nascondere una certa preoccupazione – ognuno si assuma ogni responsabilita’ rispetto alle questioni aperte. Da Palazzo Chigi si fa invece sapere che il governo e’ in attesa che si trovi un accordo complessivo. Ecco allora che qualcuno ha parlato di un ‘pizzino’ di Pdl e Lista Italia sulla legge elettorale: l’election day deve esserci, ad Aprile o a Febbraio (ma chiaramente a questo punto senza nessun accordo sulla legge elettorale, perche’ non si farebbe in tempo a modificare il Porcellum). La mediazione prospettata dal Pdl (e veicolata da Gianni Letta al Colle) sarebbe al massimo quella di un voto per regionali politiche a Marzo. Ad una intesa sulla legge elettorale si dice ancora disponibile il segretario Pd Bersani: ‘Se si ragiona in chiave di governabilita’ e di elettori che decidono i parlamentari siamo sempre disposti ad una mediazione ma non siamo d’accordo a colpi di mano che impediscono la governabilita’. Ciascuno si prendera’ la sua responsabilita”, riecheggia le parole del Colle il segretario del Pd.
Ma intanto e’ facile sostenere – e puntualmente lo fanno, insieme ad Alfano, diversi esponenti di Pdl, Udc e Fli – che i 100 mila euro ‘sprecati’ per il doppio turno di voto potrebbero essere piu’ utilmente destinati ad esodati, famiglie bisognose, giovani. Per il Pdl la questione e’ di non poco conto: il segretario Angelino Alfano, appena superate le primarie, sarebbe deligittimato da una sconfitta in Lazio e in Lombardia e dovrebbe affrontare la campagna per le politiche con il piombo sulle ali di due batoste, e con la realta’ di un partito a quel punto frantumato. ‘Bersani vuole annientarci’, ragiona un ex ministro del governo Berlusconi.
Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini si sono intanto convinti a loro volta che la campagna elettorale e’ di fatto gia’ in atto ed il governo da ora in poi sarebbe troppo esposto, con un danno all’immagine di Monti, per loro premier ideale. Si schierano percio’ per l’election day, anche per poter sostenere una campagna elettorale di profilo nazionale e non dover giocare su diversi tavoli territoriali, alle prese con accordi ora di centrodestra, ora di centrosinistra. Un voto anticipato a Febbraio avrebbe poi il vantaggio di far sedere Casini al tavolo delle candidature per la Lista Italia in posizione di forza, rispetto alla armata di Luca Cordero di Montezemolo, che sabato 17 riunisce la sua convention con Riccardi-Bonanni- Olivero, ma che ancora non ha radicamento territoriale tale da poter presentare in tempi rapidi le firme per una lista propria e dovrebbe percio’ rientrare nella Lista Italia appoggiandosi proprio ai gruppi parlamentari di Casini, o costituirne uno di riferimento in tempi veramente troppo stretti.
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