AMMINISTRATIVE | Vincono le civiche e il centrodestra unito. M5S (quasi) estinto

Centrodestra vince se è unito. Bene il Pd, che però perde una spalla importante come quella del M5S, ridotto in macerie. Vittoria delle liste civiche: i partiti hanno quasi avuto paura di mostrare i propri simboli. La gente è schifata dalla politica fatta di chiacchiere e talk show, chiede sostanza

Il voto di domenica scorsa, in occasione delle elezioni amministrative, ci dice soprattutto due cose. La prima: dove il centrodestra si presenta unito, vince. La seconda: il Movimento 5 Stelle, che alle ultime Politiche era riuscito ad accaparrarsi ben il 30% dei consensi, a questo giro si è praticamente estinto.

Parlano i numeri. Evidente in molti comuni della provincia di Roma, per esempio, la fuga di preferenze: Ladispoli (da 22.7% a 2.8%), Grottaferrata (da 16% a 3%), Ciampino (da 16.4% a 3.21%). Nei capoluoghi la storia non cambia: i 5stelle hanno preso un cazzotto che li ha messi al tappeto e difficilmente potranno rialzarsi. Almeno, non senza un duro lavoro di territorio e comunicazione. Ma anche così, la sfida è davvero difficile.

L’elettorato pentastellato non è fedele al Movimento. Lo certifica uno studio dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali alle Amministrative; un’indagine che parla di “una limitata fedeltà del bacino elettorale M5S” che in molti casi premia candidati non sostenuti dai 5 Stelle. Insomma, l’elettorato dei 5stelle è più liquido degli altri. Non riuscire a “fidelizzare” l’elettore, per Conte, Di Maio e compagnia cantante, è un problema non da poco. In altre parole, i voti dei 5stelle sono quanto di più effimero ci possa essere: oggi ci sono, domani non ci sono più. Nessuno zoccolo duro su cui poter contare, nessuna ideologia a cui potersi aggrappare, niente valori da difendere.

Vince il centrodestra, “trainato da Fdi”, ci tiene a far sapere Giorgia Meloni. Ma rappresentato dai moderati, precisa Silvio Berlusconi.

“Ancora una volta – dichiara il Cavaliere – il centrodestra vincente nelle maggiori città è quello che ha espresso candidati dal profilo moderato, capace di rivolgersi agli elettori di centro. Per governare il Paese, le idee e il linguaggio dei liberali, dei cattolici, degli europeisti, dei garantisti, rappresentati da Forza Italia, saranno assolutamente essenziali”.

L’uomo di Arcore poi mette il dito nella piaga dei grillini: parla di “crisi irreversibile del Movimento Cinque Stelle”, un fatto che secondo lui “rende la coalizione di sinistra non competitiva in vista delle elezioni politiche del 2023. La scomparsa dei Cinque Stelle ci impegna ad offrire a questi elettori scontenti una risposta altrettanto forte, ma più seria, alla crisi di credibilità della politica. Forza Italia del resto è nata proprio per questo, per rinnovare profondamente la politica, con professionalità e senso di responsabilità”. Lo zio Silvio, come tutti gli altri leader politici, è già in campagna elettorale per le Politiche.

Bene il Partito Democratico. “Le elezioni amministrative hanno confermato che il Pd è la prima forza politica del Paese. E di questo, da dirigente, parlamentare, iscritta e militante non posso che essere felice”, scrive su Facebook la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio, eletta a Napoli. Succede però che con i 5stelle ridotti al nulla, i dem perdono una spalla importante, che avrebbe fatto loro molto comodo l’anno prossimo.

Come si vede, il quadro politico negli ultimi anni sta cambiando in continuazione. La Lega che dal 3 arriva al 40% per poi precipitare – dopo la pazzia di Salvini al Papeete – a meno della metà, in un inesorabile declino; Fratelli d’Italia che continua a crescere, sfruttando il fatto di essere l’unico partito d’opposizione al governo Draghi e quindi di poter cannoneggiare l’esecutivo a proprio piacimento; Forza Italia a dire il vero ha dimostrato di saper tenere botta, forse perché ormai peggio di così non si può e certamente perché – al contrario, come dicevamo, del M5S – un suo zoccolo duro di berlusconiani convinti ce l’ha e come. Con il M5S che da nave col vento in poppa oggi appare un relitto spiaggiato.

Concludiamo questa nostra fotografia sottolineando l’importanza delle liste civiche in queste amministrative; di fatto, i partiti hanno quasi avuto paura di mostrare i propri simboli. La gente è schifata dalla politica fatta di chiacchiere e talk show, chiede sostanza. E spesso sul territorio a offrire sostanza sono proprio quei sindaci che si presentano con liste proprie e che si smarcano – almeno, questa è l’intenzione – dalla partitocrazia romana. M5S cinque anni fa si presentò proprio come alternativa: riuscì ad avere successo, soffiando sul fuoco dell’antipolitica. Poi però gli italiani hanno capito che i grillini erano come tutti gli altri e che quello che in realtà volevano erano solo le chiavi della cassaforte. Oggi, cinque anni dopo, il M5S è ridotto in macerie.

@rickyfilosa