Matteo Renzi incassa le votazioni sulla riforma del Senato e nel ‘palazzo’ gia’ si guarda alla legge elettorale. L’Italicum e’ stato al centro di un lungo faccia a faccia tra il premier ed Angelino Alfano. E sicuramente rappresenta l’argomento principale dell’incontro che il presidente del Consiglio ha in programma per domani con Silvio Berlusconi. Nella trattativa sulla nuova legge per il voto, soglie e preferenze restano i punti piu’ delicati. I piccoli partiti vogliono fare sentire la propria voce: una decina di parlamentari centristi che appoggia la maggioranza si e’ riunita in mattinata al Senato per studiare mosse per bloccare l’asse Renzi-Berlusconi.
Particolare da non trascurare, i ‘piccoli’ fanno sapere maliziosamente che potrebbero tornare a riunirsi "ai primi di settembre" in un incontro "avente per oggetto proposte" su un tema caldo come "la legge di stabilita’". La riunione al secondo piano di Palazzo Madama e’ durata due ore. Non un ammutinamento ma un "coordinamento" per porre le basi per una sorta di "patto dei piccoli" da contrapporre a quello del "Nazareno" tra Pd e Forza Italia. Sempre che Alfano non riesca prima a spuntare un’intesa a tre, come auspica Nunzia De Girolamo, che tenga conto anche delle esigenze dei partiti minori. Il lodo e’, ovviamente, la legge elettorale.
Il leader del Ncd ha tre punti fermi: e’ d’accordo sull’idea di "un premio di maggioranza anche robusto per chi vince". in modo da garantire la governabilita’. Ma chiede preferenze e soglie di sbarramento "ragionevoli". Secondo fonti della Camera, Alfano guarderebbe a quelle gia’ previste dal ‘Consultellum’, in particolare il 3% per chi si presenta in una coalizione. Un segno evidente dei movimenti in corso nel centrodestra.
I ‘piccoli’ a palazzo Madama erano rappresentati da Mario Mauro, Lucio Romano, Antonio De Poli, Gaetano Quagliariello, Antonio Cancian, Lorenzo Cesa, Giuseppe De Mita, Lorenzo Dellai, Gianluca Susta, Renato Balduzzi e Andrea Mazziotti. Tutti esponenti centristi di diversi partiti anche se – precisano – "non c’e’ alcuna intenzione di fare un gruppo comune". L’idea – viene spiegato – e’ "fare massa critica" per imporre delle modifiche "almeno sulla legge elettorale". I punti in questione, sui quali nella riunione e’ stata raggiunta un’intesa sono: la richiesta di innalzamento della quota per ottenere il premio di maggioranza, una sostanziale revisione al ribasso delle soglie di ingresso e l’introduzione delle preferenze.
"Il compromesso che vede il capolista deciso dal partito e il resto della lista eletto con le preferenze e’ soltanto una presa in giro – sottolinea uno dei partecipanti alla riunione – In un partito piccolo soltanto il capolista avrebbe la possibilita’ di passare". Perso il treno delle riforme, l’unica "arma politica" per i piccoli resta la legge di stabilita’. "In questo caso dobbiamo fare massa critica per far sentire il nostro peso prima che sia troppo tardi", conclude un centrista.
Discussione su questo articolo