Giuseppe Civati, leader di Possibile, parla di cannabis legale. “L’epoca di Giovanardi è lontana – ha affermato Civati ai microfoni di Radio Cusano Campus -. E’ arrivata finalmente in aula una proposta che può aprire una stagione diversa. La questione è molto seria, dal punto di vista sociale, sanitario ed economico. L’Italia è il Paese della criminalità organizzata, dove si fuma moltissimo la cannabis e finora c’è stata soprattutto una politica di repressione, soprattutto nella retorica. Nel corso degli ultimi 40 anni c’è stata la cosiddetta guerra alla droga, che ha avuto come oggetto soprattutto la cannabis. E’ sempre stata al centro di queste politiche di contrasto, all’insegna del divieto e non della regolarizzazione. E’ quindi un retaggio che noi abbiamo”.
“C’è una ragione ideologica, storica, di impostazione. Se è vero che la cannabis fa meno male di alcol e tabacco, non si capisce come mai non abbiamo saputo distinguere”.
“La Binetti? Sta facendo degli interventi fantastici in aula. Ha la stessa competenza tecnica dei più grandi esperti di cannabis, però è contraria. Io non voglio invitare nessuno a farsi le canne, sto solo dicendo che c’è un po’ di ipocrisia quando quattro milioni di persone in Italia consumano cannabis e facciamo finta di non vederli. Li obblighiamo ad entrare nel circuito criminale per procurarsela. Noi diciamo questo, non c’è nessuna promozione”.
“Per i giovani bisogna capirci, noi non intendiamo che la cannabis legale sia accessibile ai minorenni. Lì bisognerà pensare a come evitare che ci si faccia del male, perché in quella fase evolutiva è più pericolosa l’assunzione di sostanze stupefacenti".
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