Grazie al successo dell’eolico si hanno meno importazioni e inquinamento da petrolio e carbone. Eppure, all’indomani del Wind Day, la Giornata del Vento che in tutta Europa si festeggia il 15 giugno per volontà dell’associazione Ewea e del Gwec (Global Wind Energy Council) per informare i cittadini sull’importanza dell’eolico contro la crisi climatica, Legambiente denuncia il blocco tutti e 11 i progetti di impianti off shore presentati in Italia, per via di un caos normativo che sta generando conflitti tra Governo e Regioni, proteste dei Comuni ed allarmi per rischi che potrebbero essere scongiurati semplicemente fissando regole simili a quelle già adottate da altri Paesi.
La burocrazia e i veti mettono a rischio il futuro delle rinnovabili anche in Abruzzo e Molise: tra questi impianti, infatti, c’è anche l’eolico off shore tra Vasto e Termoli.
«Se continuiamo così, perderemo definitivamente una buona occasione per uscire dal cemento e dal petrolio – dichiara Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente Abruzzo – Grazie a questi impianti eolici, infatti, si sarebbe prodotta energia pulita capace di soddisfare il fabbisogno di almeno 120mila famiglie, con vantaggi ambientali e economici che gli Enti locali avrebbero potuto far ricadere sul territorio nella forma di interventi di qualificazione della costa, di valorizzazione turistica e occupazione. Oggi che le rinnovabili garantiscono il 30% dell’energia elettrica consumata in Italia non dobbiamo fermarci ma, al contrario, spingere nella direzione di un modello energetico moderno, incentrato su efficienza energetica e rinnovabili».
Legambiente denuncia come lo sviluppo dell’eolico per i prossimi anni sia, di fatto, messo a rischio dalla pressione delle lobby delle fonti fossili, “minacciate” dall’energia prodotta dalle rinnovabili che stanno sottraendo quote sempre più consistenti nel mercato energetico. In una prospettiva energetica realmente sostenibile, si stima infatti che l’eolico possa arrivare a garantire il 10% del fabbisogno elettrico complessivo degli Italiani.
«Basterebbe escludere le aree incompatibili e fissare criteri per la selezione delle proposte – suggerisce Luzio Nelli – Infatti in mare non sono vigenti neanche le linee guida introdotte nel 2010 per gli impianti a terra. Ma anche per i parchi eolici e gli impianti di piccola taglia “a terra” la situazione delle autorizzazioni è di grande incertezza. È fondamentale togliere le barriere burocratiche e i limiti annui alle installazioni posti con i Decreti introdotti dal Ministro Passera, e dare certezza agli investimenti con nuove forme di incentivo che pesino sempre meno sulle bollette, aprendo alle innovazioni possibili, e semplificare il quadro normativo rispetto alla realizzazione degli impianti soprattutto per imprese e imprenditori».
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