Marcello Di Finizio, membro del coordinamento di Trieste No green pass, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sullo sgombero dei manifestanti al porto di Trieste ha detto: “La situazione sta precipitando. Non pensavamo che sarebbe potuta accadere una cosa del genere. Quello è un punto franco, un territorio libero, non c’è giurisdizione italiana”.
“Inoltre la protesta era assolutamente pacifica. E c’è un’ulteriore aggravante: l’accesso al porto è un ponte, tutti i protocolli internazionali dicono che non si attacca la folla su un ponte, loro invece ci hanno attaccato con gli idranti. E’ stato un atto di violenza gratuito e illegittimo”.
“Il nostro è un movimento che nasce dal basso – ha continuato -, senza capetti e leader, a cui si sono accodati anche i lavoratori del porto. Non ci aspettavamo proprio di vedere questo dispiegamento di forze, era una cosa tutta pianificata e l’hanno fatta nel modo più violento possibile”.
“Ci sono manifestanti che si sono fatti mali perché sparavano fumogeni ad altezza d’uomo, io me ne sono beccato uno addosso e sono rimasto senza respiro per un po’. La nostra protesta andrà avanti ad oltranza finchè non verranno abolite queste misure dittatoriali”.
Trieste capitale No Green Pass
La manifestazione dei portuali contro l’obbligatorieta’ del Green pass sul posto di lavoro ha sancito per Trieste il titolo di capitale della protesta no vax o, piu’ in generale, no Green pass. E’ soltanto una ufficializzazione: nelle ultime settimane ha preso corpo in citta’ un tenace schieramento di protesta – che in Friuli Venezia Giulia, e a Trieste in particolare, trova terreno fertile anche in mai sopite spinte indipendentiste – che ha esibito la sua forza in varie manifestazioni.
Un rapido crescendo dal quotidiano presidio serale di una sparuta presenza contestataria a cortei sempre piu’ eterogenei e numerosi. Fino alla stupefacente prova di forza dell’ultima protesta in centro con 15mila persone. Un numero impressionante per una citta’ di 200 mila abitanti.
Un lavoratore portuale ex sindacalista, Stefano Puzzer, ha saputo cavalcare questo malumore tra i suoi colleghi portando avanti una protesta che ha causato disagi al porto piu’ importante d’Italia.
Mattarella: tristezza per violenza, ostacola ripresa
Paura? Allarme? No, soprattutto “tristezza” davanti alle violenze e alle devastazioni che, un po’ in tutta Italia, si sono portate dietro le manifestazioni No Green Pass. E poi un impegno fermo: bisogna “contrastare la deriva antiscientifica che si registra un po’ ovunque, anche nel nostro Paese, sia pure, per fortuna in piccole dosi”, una deriva che non deve interferire negativamente con il rilancio e la rinascita del Paese. Perchè il rischio è proprio questo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non nasconde il dolore per quello che si è visto nelle piazze e nelle città italiane durante le manifestazioni di protesta contro il certificato verde, ma ha fiducia nella responsabilità della “stragrande maggioranza” dei cittadini.