Al di la’ delle ormai scontate metafore calcistiche, l’Italia di Mario Monti vince a Bruxelles e rafforza nettamente il premier anche sul fronte interno, lasciando sconfitto chi sperava che un insuccesso fosse il primo passo per staccare la spina al governo e portare il paese al voto anticipato. Dopo i distinguo e le fibrillazioni sulle mozioni di sostegno alla vigilia del vertice, Monti sa bene di aver superato uno scoglio decisivo, ma guarda alla luna e non al dito. ‘Siamo venuti qui per la costruzione dell’Europa. E non per rafforzare il governo – ostenta sicurezza da Bruxelles -. Ma se ne viene un rafforzamento del governo comunque non possiamo che esserne lieti. Non abbiamo mai preventivato di agire su un orizzonte piu’ breve di quello che si conclude con le elezioni della primavera prossima’.
Il risultato e’ sotto gli occhi di tutti e Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini lo sottolineano citando l’altra vittoria dell’Italia, quella di ieri nella semifinale con la Germania. ‘L’Italia ha giocato bene anche a Bruxelles. Ma la partita non e’ finita’, dice il segretario del Pd. In sintonia il leader dell’Udc, che paragona (come hanno fatto migliaia di italiani in queste ore) Monti a Balotelli: ‘Il risultato conseguito da Monti e’ stato possibile grazie all’aiuto delle forze moderate e progressiste. C’e’ da ringraziare non solo il Mario di ieri, ma anche quello di oggi’.
Mentre le borse volano, nel Pdl ha avuto ragione chi fin da subito ha considerato un grosso errore sperare in un insuccesso italiano per arrivare al voto anticipato ad ottobre, anche se resta lo scetticismo di molti (‘Non si tratta di una vittoria, ma di una polpetta avvelenata’ chiosa l’ex ministro Renato Brunetta). Il segretario Angelino Alfano tenta di tracciare una linea di continuita’ tra le politiche del governo Berlusconi e quelle dell’attuale: ‘Avevamo chiesto al presidente Monti di battere i pugni in Europa e Berlusconi aveva chiesto al premier di far valere la voce dell’Italia e di non essere timido, e lui non lo e’ stato. Ha posto anzi un veto nei confronti di misure sbagliate’.
Monti riferira’ in Parlamento quanto prima, ma intanto e’ ancora Casini a spiegare che le cose non stanno esattamente cosi’, che Monti ha semmai riportato sulla scena un’Italia di nuovo credibile, che ha ruolo e peso internazionale, che chiede sacrifici agli italiani ma sa condurli su un ben preciso cammino in Europa . ‘E’ finita l’epoca dell’Italietta che non sa parlare il linguaggio europeo – osserva il leader Udc -. Finalmente Monti ha dimostrato che cosa significa governare un paese e rappresentarlo nelle sedi internazionali’.
Il premier esce obiettivamente rafforzato dal vertice di Bruxelles e si consente di ‘pungolare’ i partiti, forte anche del monito di Giorgio Napolitano che dal Colle chiede ancora riforme, ma invita le forze politiche a non inerpicarsi su strade impossibili. ‘Non abbiamo mai preventivato di agire su un orizzonte piu’ breve di quello che si conclude nella primavera dell’anno prossimo – assicura il premier dal Belgio -. Mi sfugge il concetto di forza o debolezza di un governo. Mi riesce piu’ facile pensare in termini di riforme fatte, e non posso che rallegrarmi coi miei ministri e col Parlamento. Abbiamo ancora tante cose da fare e speriamo che le cose decise qui ci possano dare altro impulso’.
Il cerino torna in mano ai partiti, che dovranno in primo luogo cimentarsi sulla riforma della legge elettorale (e prende sempre piu’ quota il ‘provincellum’). Le troppe tensioni tra le forze politiche, come ha sottolineato il Quirinale, sconsigliano adesso riforme piu’ ampie. Con buona pace di chi ha sperato che l’alleanza Berlusconi-Bossi resuscitasse con l’accoppiata federalismo-semipresidenzialismo.
Discussione su questo articolo