Il passaggio del testimone tra il presidente uscente, il tedesco Ernst von Freyberg, e il suo successore, il francese Jean-Baptiste de Franssu, e’ avvenuto pubblicamente, davanti agli obiettivi dei fotografi e degli operatori tv, come mai successo prima nella storia – finora sempre poco "visibile" – dello Ior. Ma non e’ neanche questa la novita’ piu’ importante annunciata oggi dal prefetto vaticano per l’Economia, il cardinale australiano George Pell, nel processo che sta rivoluzionando le finanze vaticane.
Passa infatti proprio alla Segreteria per l’Economia, guidata dal "super-ministro" Pell, la sezione ordinaria dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica), quella che storicamente gestisce il patrimonio immobiliare della Santa Sede.
La sezione straordinaria della stessa Apsa, che amministra i beni mobili e i titoli derivanti dalla Convenzione finanziaria allegata ai Patti lateranensi, restera’ invece a quella che sara’ sempre piu’ "banca centrale" e il cui personale residuo operera’ esclusivamente come Tesoreria della Santa Sede e dello Stato della Citta’ del Vaticano. Un "passo importante", e’ stato definito l’inglobamento della sezione ordinaria dell’Apsa, per consentire alla Segreteria per l’Economia di esercitare "le proprie responsabilita’ di controllo economico e vigilanza sulle agenzie della Santa Sede, comprese le politiche e le procedure degli acquisti e la distribuzione adeguata delle risorse umane".
Per quanto riguarda la nuova Apsa-Tesoreria, dovra’ iniziare a ristabilire rapporti stretti con tutto le principali banche centrali, come raccomandato dal comitato Moneyval, "per continuare a garantire la liquidita’ e la stabilita’ finanziaria della Santa Sede". Le novita’ comunicate oggi da Pell, che seguono quanto consigliato dalla Commissione referente sulle strutture economiche e amministrative della Santa Sede (Cosea), hanno avuto il sostegno del Consiglio per l’Economia e del "C9" dei cardinali, e sono state approvate da papa Francesco, riguardano quattro aree: oltre all’Apsa, il Fondo Pensioni, i media vaticani e lo Ior. Tutte "devono essere affrontate con urgenza", ha chiaramente espresso lo stesso Bergoglio.
Per quanto riguarda il Fondo Pensioni dei dipendenti vaticani, che soffre di una difficile situazione finanziaria (una recente inchiesta dell’Espresso ha parlato di un maxi-buco di 800 milioni di euro), il Consiglio per l’Economia ha nominato un comitato tecnico per studiarne la situazione e formulare proposte entro la fine del 2014: viene assicurato che "le pensioni attuali e per la prossima generazione sono al sicuro", ma il fondo "deve garantire ci siano disponibilita’ sufficienti anche per le generazioni future in un mondo in continua evoluzione".
I nuovi statuti dovranno essere varati entro l’anno. Il comitato sara’ guidato da mons. Brina Ferme, segretario del Consiglio, e vi entrano quattro esperti laici, tra cui gli italiani Andrea Lesca e Nino Savelli. Anche i media vaticani avranno un comitato per una proposta di riforma, per rispondere di piu’ ai consumi odierni, avere un maggior coordinamento e, non ultima ragione, costare di meno. Lo guidera’ il britannico e cattolico lord Christopher Patten (nella sua carriera incarichi di ministro, presidente del Partito conservatore, governatore di Hong Kong, rettore a Oxford, presidente della Bbc) e ne faranno parte altri dieci membri tra esperti internazionali e personale vaticano. Infine lo Ior. Completata da Von Freyberg la "Fase 1" della sua riforma, De Franssu arriva per guidare la "Fase 2", affiancato nel primo periodo dal presidente uscente. Ma e’ tutto il quadro dirigente che cambia.
Il nuovo Consiglio sara’ composto da sei membri. Al momento ne sono stati nominati quattro: oltre a De Franssu, il tedesco Clemens Boersig, l’americana Mary Ann Glendon, il britannico Michael Hintze. Tra i due componenti ancora non scelti "ci sara’ un italiano", ha assicurato Pell. "Abbiamo bisogno degli italiani", ha aggiunto a chi gli faceva notare una loro posizione sempre piu’ in seconda fila. L’ex segretario del Papa e attuale segretario della Segreteria per l’Economia, mons. Alfred Xuereb, sara’ anche segretario senza voto del board. Mons. Battista Ricca resta prelato dello Ior. Sei saranno anche i membri della Commissione cardinalizia di vigilanza, in quanto il cardinale di Zagabria, Josip Bozanic si aggiunge ai cinque in carica (il presidente Abril y Castello’, Collins, Parolin, Schoenborn e Tauran). Non ancora definita per lo Ior la forma di una possibile governance mista ecclesiastico-laica.
"E’ un onore essere stato chiamato ad attuare i cambiamenti che oggi sono necessari per trasformare ulteriormente lo Ior in un fornitore dedicato di servizi per la Chiesa", ha commentato il nuovo presidente. Nei prossimi tre anni gli statuti dello Ior saranno rivisti e le attivita’ completamente ridisegnate. Tre le priorita’: rafforzare il business; spostare gradualmente la gestione del patrimonio a un nuovo e centrale Vatican Asset Management (Vam), per superare le sovrapposizioni tra diversi dicasteri; concentrare le attivita’ dello Ior sulla consulenza finanziaria e sui servizi di pagamento per il clero, le congregazioni, diocesi e impiegati laici del Vaticano.
De Franssu e’ stato scelto per la sua esperienza sull’asset management, e anche perche’ pronto a dedicarsi a tempo pieno al suo compito: due aspetti che Von Freyberg, per sua stessa ammissione, non garantiva. Pell ha annunciato anche la creazione di un piccolo Project Management Office per i vari cambiamenti proposti, guidato da Danny Casey, gia’ business manager dell’arcidiocesi di Sydney. Intanto il "super-ministero" di Pell iniziera’ a settembre a preparare il budget per il 2015, e tutti i dicasteri e le amministrazioni dovranno redigerne uno cui attenersi durante l’anno, rispondendo mano a mano di ogni eccesso di spesa.
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