Anche stavolta Silvio Berlusconi ha scelto di non rispondere alle domande di giudici e pm, come in pratica ha fatto quasi sempre nei tanti dibattimenti che lo hanno visto come imputato negli ultimi vent’anni. Non ci sara’, dunque, un interrogatorio dell’ex premier nemmeno nel processo milanese con al centro la fuga di notizie dell’ormai nota intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte (‘abbiamo una banca?’) ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl, pubblicata il 31 dicembre 2005 su ‘Il Giornale’.
Il ‘no’ all’esame in aula per il leader del Pdl l’ha annunciato oggi il suo storico legale Piero Longo, davanti ai giudici della quarta sezione penale che stanno processando come co-imputato anche suo fratello Paolo: e’ accusato non solo di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, come l’ex presidente del consiglio, ma anche di ricettazione e millantato credito. Per la difesa di Silvio Berlusconi basta il verbale che l’ex presidente del Consiglio ha reso lo scorso 7 febbraio davanti al gup Maria Grazia Domanico, nel quale aveva, in sostanza, affermato di non aver mai ‘ascoltato’ la telefonata tra l’allora leader dei Ds e l’ex numero uno di Unipol.
Anche l’editore del quotidiano di via Negri, Paolo Berlusconi, non si fara’ interrogare ma, come ha chiarito sempre l’avvocato Longo, ‘rendera’ dichiarazioni spontanee in una delle prossime udienze’. ‘Strada’ quest’ultima che Silvio Berlusconi, invece, sembra non voler percorrere in questo processo, mentre dovrebbe ‘imboccarla’ nel procedimento sul caso Ruby: per il 19 ottobre, infatti, e’ prevista un’udienza o per il suo interrogatorio o per dichiarazioni spontanee, con la seconda ipotesi che sembra molto piu’ plausibile.
L’udienza di oggi e’ stata dedicata all’ascolto dei testi della difesa e cosi’ sara’ anche per l’udienza di giovedi’ prossimo, mentre la sentenza, se tutto ‘filera’ liscio’, potrebbe arrivare anche entro la fine dell’anno, con la prescrizione, pero’, che incombe: la scadenza e’ giugno 2013.
Oggi e’ stata sentita, tra gli altri, Alessia Berlusconi, figlia di Paolo, la quale al pm Maurizio Romanelli che le chiedeva se avesse mai visto l’imprenditore Fabrizio Favata portare ‘buste’ al padre, ha risposto: ‘Lui al massimo portava delle focacce’. Secondo l’accusa, infatti, Paolo Berlusconi avrebbe ricevuto da Favata buste di contanti che dovevano servire ‘sulla carta’ per favorire lo sviluppo in Romania della societa’ Rcs – che si occupava di apparecchiature per le intercettazioni – di Roberto Raffaelli. Favata e Raffaelli, secondo le indagini, il 24 dicembre del 2005 portarono ad Arcore il ‘nastro’ Fassino-Consorte e lo fecero ascoltare a Silvio Berlusconi.
L’udienza odierna per buona parte e’ stata anche occupata da eccezioni e camere di consiglio. Ad esempio, il deputato Pdl Valentino Valentini, tramite l’avvocato e parlamentare Francesco Paolo Sisto, ha chiesto di entrare nel dibattimento come parte offesa, in relazione al reato di millantato credito per l’operazione Romania’. Richiesta, che rischiava di far ripartire da zero il processo, ma che e’ stata respinta dai giudici.
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