"Mi hanno colpito perché partono da una posizione direi laica, da un principio di realtà. Ovvero non ha chiuso gli occhi di fronte a una realtà evidente a tutti, nè si sogna di negare la libertà personale di scelta, e i diritti a essa connessi. Però torna al vero tema. Al matrimonio, alla sua intrinseca specificità legata alla procreazione". Così Gaetano Quagliariello, senatore e coordinatore di Ncd, in una intervista al Corriere della Sera interviene sulle dichiarazioni del presidente della Cei Bagnasco. E precisa: "Sui diritti legati alla libertà della persona mi sembra non esista il problema, anzi. Ma il cardinale ha richiamato la ‘diversità’ delle situazioni, ovvero matrimonio e unioni civili, e dalla necessità vengano trattate diversamente altrimenti si arriva non solo all’accettazione delle adozioni ma a pratiche come quella dell’utero in affitto che verrebbero inevitabilmente legittimate".
Aggiunge: "Avanzo una provocazione: mettiamoci d’accordo tutti su una norma di legge che vieti la pratica dell’utero in affitto, che umilia la donna a mero strumento procreativo, e poi l’intesa sul resto sarà più facile da trovare".
Aggiunge in una intervista al Quotidiano Nazionale: "Se l’equiparazione al matrimonio portasse al riconoscimento della facoltà di adozione, come impedire che una coppia gay possa ottenere un figlio servendosi, comprandolo, dell’utero di un’altra donna? Io ritengo che questo tema sia centrale e sviluppandolo si comprenda bene perché il cardinale Bagnasco abbia calcato la mano sul fatto che i diritti debbano discendere dalla diversità delle situazioni, senza nessun automatismo".
Forse Quagliariello non sa che “l’utero in affitto”, come lo chiama lui, è realtà in tante zone del mondo. Basta spostarsi dall’Italia…
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