Avanti con la candidatura dell’Albania e rilancio dei negoziati con la Turchia, nonostante Ankara resti ‘sorvegliata speciale’ sul fronte delle liberta’ dei media e di espressione dopo gli incidenti della scorsa estate: l’Unione dei 28 vuole ancora credere in un futuro allargamento, dopo l’ultimo ingresso della Croazia lo scorso luglio. A ribadirlo e’ la Commissione europea, che per la quinta volta propone di aprire la porta a Skopje, nota i progressi di Podgorica, sottolinea l’importanza del dialogo Serbia-Kosovo mentre boccia sonoramente i leader politici di Bosnia-Erzegovina. Tutto cio’ mentre resta congelato, per volonta’ di Reykjavic, il dossier Islanda.
"L’allargamento non arriva con il pilota automatico, e’ una politica seria sottoposta a rigide condizioni" ha ricordato il commissario Ue competente, Stefan Fule, sottolineando "il potere di trasformazione" dell’intero processo, come dimostra l’accordo Serbia-Kosovo. A fare il punto e’ il rapporto sull’allargamento, la pagella annuale dell’esecutivo europeo sui Paesi candidati e potenziali candidati all’adesione. Per i Paesi dei Balcani occidentali il leit motiv e’ la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato, mentre per tutti rimane la preoccupazione per la liberta’ di espressione e dei media, la tutela delle minoranze.
-ALBANIA. Conquista la raccomandazione per lo status di Paese candidato, anche se a decidere saranno i leader dei 28 al Consiglio Ue di dicembre. Cruciale il test delle ultime elezioni politiche, condotte "in maniera regolare e ordinata", e i "buoni progressi" nel percorso di riforme indicate da Bruxelles.
-TURCHIA. Bruxelles apprezza le riforme e l’emergere della societa’ civile "che vuole avere il suo ruolo in una democrazia partecipativa, anche fra un voto e l’altro" ha sottolineato Fule. Di qui la richiesta di "ridare slancio" ai negoziati di adesione e di puntare subito sui capitoli giustizia e diritti fondamentali, soprattutto alla luce della repressione delle manifestazioni di protesta dell’estate scorsa.
-SERBIA. Dopo l’ok all’avvio dei negoziati di adesione, Bruxelles guarda alle prossime elezioni locali in Kosovo e chiede a Belgrado di incoraggiare "un’ampia partecipazione" dei serbi. Rimangono "essenziali" progressi nelle relazioni con Pristina e piu’ sforzi nelle riforme.
-KOSOVO. Pristina incassa il via libera all’avvio dei negoziati con l’Ue per l’accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) il prossimo 28 ottobre. Progressi anche sul fronte della liberalizzazione dei visti che sara’ valutata entro giugno 2014.
-MONTENEGRO. Continua ad avanzare, ora deve attuare i piani d’azione sui capitoli giustizia e diritti fondamentali.
– MACEDONIA. Per la quinta volta Bruxelles raccomanda l’apertura dei negoziati di adesione, ma resta da superare la disputa sul nome con la Grecia.
-BOSNIA-ERZEGOVINA. La Commissione ufficializza una bocciatura che nasce dall’incapacita’ di superare l’impasse istituzionale venutosi a creare nel Paese.
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