Il rischio che a parlare il dialetto del paese rimangano in pochi, stanziali e con più di sessanta primavere, sembra sempre più reale. Tanto che il Comune, per evitare che la lingua madre della Maiella scompaia del tutto dalle numerose comunità di emigranti sparse in mezzo mondo, ha aperto un laboratorio dialettale interattivo. Dagli inizi di gennaio ‘”Capisc’a me’, promosso sulla pagina facebook Sant’Eufemia nel Mondo, nome che è tutto un programma, raggiunge ogni angolo del pianeta.
Obiettivo dichiarato del laboratorio: “Riscoprire espressioni uniche del dialetto che ci unisce e fa ritrovare in ogni angolo del mondo pronunciando anche una sola parola”.
“Ogni mercoledì – scrive Il Messaggero -, Gino, residente che ha superato il traguardo dei sessanta e conserva perfettamente la parlata dialettale delle origini, pubblica su fb l’audio di un’espressione in dialetto a sua scelta. Agli ascoltatori, in patria come all’estero, tocca poi il compito di tradurre”, “il mercoledì successivo, sulla pagina fb compare la soluzione. In italiano, ma anche in inglese e spagnolo, lingue parlate da quanti hanno lasciato la Maiella e dai loro eredi.
La prima edizione di “Capisc’a me” termina il 20 febbraio, ma l’assessore Patrizia Boccaccio, che con il sindaco Francesco Crivelli ha ideato il laboratorio, pensa già a come continuare l’esperimento. Uno dei tanti messi in campo per unire alle radici le comunità degli emigranti. E magari sperare in qualche ritorno”.