Gli ultimi volantini delle Brigate Rosse, a Milano, erano apparsi ad un’asta di Bolaffi. Vecchie rivendicazioni, tra le quali quella che annunciava la fine del ‘processo’ ad Aldo Moro e la sentenza di morte per lo statista democristiano. Ciclostilati ingialliti in grado di sollevare qualche polemica sull’utilizzo di documenti storici come quelli e nulla piu’. Un mese e mezzo dopo, pero’, quattro volantini a firma Brigate Rosse sono stati trovati a Legnano alla Franco Tosi, all’Agenzia delle entrate, all’Inps e un quinto a Parabiago, in un centro polifunzionale della corrispondenza.
Milano e la sua provincia, negli anni di piombo, colpita piu’ volte dalla violenza dei terroristi delle Brigate Rosse e di Prima Linea, sono dunque nuovamente al centro di qualche disegno eversivo? C’e’ chi se lo domanda, ricordando come, proprio a Milano, Mario Moretti ottenne un posto nella fabbrica Sit-Siemens, dove conobbe Corrado Alunni, Giorgio Semeria e Paola Besuschio, futuri membri delle Brigate Rosse.
Nonostante alcuni processi recenti con imputati membri delle nuove Br, l’ultima volta che a Milano e’ stato trovato materiale appartenente al Partito Comunista Combattente risale al 9 ottobre 1990. In via Monte Nevoso, durante la ristrutturazione di un appartamento, dietro un’intercapedine, vennero trovati 418 fogli fotocopiati del ‘processo proletario’ ad Aldo Moro, armi e denaro. Quell’appartamento era stato un covo delle Br e proprio li’, il 1 ottobre 1978, erano stati arrestati Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Nadia Mantovani. Sul ritrovamento di quei documenti l’allora segretario del Psi Bettino Craxi parlo’ dell’opera di una ‘manina’ mentre Giulio Andreotti disse di non sapere se si trattava di una ‘manina o di una manona’ ma che certamente la scoperta era molto strana.
Un volantino ad una fabbrica come la Franco Tosi fa ritornare alla mente come soprattutto nei primi anni le Brigate Rosse colpissero soprattutto dirigenti di grandi industrie e come spogliatoi e mense fossero i luoghi preferiti per far trovare i volantini per rivendicare le azioni compiute e per invitare gli operai ad aderire alla lotta armata. Solo all’Alfa di Arese dal 1973 al 1981 furono sette i dirigenti rapiti o gambizzati. Le redazioni dei giornali e dell’ANSA erano i luoghi maggiormente scelti dai terroristi per annunciare al telefono dove recuperare i volantini delle rivendicazioni. Proprio come il 28 maggio 1980, quando a Repubblica e a una radio arrivo’ la rivendicazione per l’omicidio del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi.
Oppure il 29 gennaio del 1979 alle ore 8,30, quando i terroristi di Prima Linea telefonarono per annunciare di avere ‘giustiziato il sostituto procuratore della repubblica Emilio Alessandrini’. Ricordi che inquietano se si tiene presente che i volantini trovati oggi riproducono parte del testo utilizzato nel 1977 per rivendicare l’attentato all’allora direttore del Tg1 Emilio Rossi, gambizzato in via Teulada a Roma.
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