Un giovane ‘antagonista’ esce dal bosco, si avvicina al cancello del cantiere Tav di Chiomonte e cosi’, tutto solo, improvvisa quella che dovrebbe essere la danza di guerra degli All Blakcs neozelandesi: "Aka Aka….". Nel corteo anti-Tav di oggi sfilato nei boschi della Val Susa da Giaglione fino a Chiomonte e’ stata questa l’unica manifestazione ‘violenta’ del movimento che contesta la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Dopo una settimana cominciata con gli scontri notturni del 19 luglio, proseguita con 7 arresti e con una lettera minatoria firmata con una stella a 5 punte al senatore del Pd Stefano Esposito, tra i piu’ impegnati sostenitori dell’opera, la manifestazione di oggi, annunciata come pacifica, pacifica e’ stata. Del resto i sindaci ‘contro’ la Tav (21 dei 43 della Val Susa) nel loro documento di vigilia lo avevano promesso: "Non vogliamo violenti tra noi, perche’ con la violenza tutto il movimento si indebolisce. Vogliamo manifestare pacificamente il nostro dissenso, che resta quello di sempre: la Tav e’ un’opera inutile, costosa, senza senso. Ci sono ben altre priorita’".
Per ribadire questa loro posizione i sindaci, tra cui in prima fila quello di Venaus, Nilo Durbiano, hanno dato appuntamento al movimento al campo sportivo di Giaglione. Fisicamente i sindaci presenti erano una decina, forse meno, ma hanno comunque risposto al loro appello circa 1.400 manifestanti, 3.000 secondo gli organizzatori. Da Giaglione hanno raggiunto Chiomonte lungo un sentiero in mezzo ai boschi. Nel tragitto, i soliti striscioni ‘contro’ (tra cui anche un "lunga vita a Esposito"), le solite bandiere, i soliti slogan, urlati in questo caso sotto gli alberi. Una volta giunti ai cancelli, nessun incidente, anche se per precauzione le forze di polizia avevano predisposto un nutrito servizio d’ordine per affrontare eventuali scontri. Non ci sono stati. I manifestanti, tra cui un gruppo di ‘antagonisti’ (ma anche coppie con bambini), si sono limitati a manifestare in modo pacifico la loro protesta. E – alla fine – il gesto anti-tav piu’ originale e’ stata appunto quell’isolata danza della guerra che voleva essere Maori. "Noi non siamo violenti, e non vogliamo affatto gli scontri – ha spiegato il sindaco di Sant’Ambrogio, Dario Fracchia -. Noi vogliamo solo dire per l’ennesima volta che la Tav e’ uno spreco. L’Italia e’ alle prese con una crisi senza precedenti, e queste risorse potrebbero essere impiegate in ben altri modi. Con quest’opera e’ come se l’Italia, che e’ in braghe di tela, volesse andare a comprarsi uno smoking. Ma vi sembra corretto?". I sindaci chiedono un incontro con i presidenti delle Camere, Boldrini e Grasso. E l’apertura di un tavolo per affrontare davvero la questione, entrare nel merito della Tav. "Che oggi sembra sia diventata un problema di ordine pubblico, ma non e’ cosi’. L’ordine pubblico non c’entra. Siamo i primi a chiedere la smilitarizzazione della valle. Per fare, insieme, una riflessione seria sullo sviluppo della Val Susa. Che non e’ certamente quest’opera tanto faraonica quanto inutile".
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