Siamo scesi veramente in basso e, sinceramente, non credevo che ci fosse qualcuno che avesse la spudoratezza di dire telefonicamente cose che, chissà per quale accidente, una volta intercettate sono state divulgate, come ad esempio: "Ci sono politici che mettono le mani nella merda e quelli che non lo fanno. D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi. Ci ha dato delle cose". No, questo doveva e poteva succedere con qualche personaggio di destra, come purtroppo è capitato varie volte, non doveva succedere con D’Alema, un personaggio di spicco della sinistra, che si batteva a favore degli operai e nel contempo si faceva fare le scarpe da un famoso artigiano calzolaio per un costo equivalente al salario di un operaio di allora: vabbé, qualcuno potrà dire che se le mani stanno comode al caldo perchè i piedi non devono godere di una qualche comodità?
Quello che sorprende e indigna è che il baffetto navigatore nazionale, quello che voleva vedere Berlusconi a chiedere l’elemosina, quello che al telefono, dopo aver ricevuto buone notizie sull’esito di una certa trattativa, urlava: "Facci sognare, vai avanti…", quel personaggio che osò, dopo una batosta elettorale, dire con un misto di spudoratezza e di supponenza: “gli italiani che leggono, che sono istruiti, hanno votato per la sinistra”, quello che ha sempre sghignazzato sotto i baffi per la divulgazione di intercettazioni che riguardavano altri e mai ha proferito parola sull’indecenza della pubblicazione delle stesse, ora si inalbera e grida allo scandalo.
Da persona modesta e ignorante, non avendo mai votato per la sinistra, vorrei dire al signor D’Alema che il vero scandalo è lui e la sua stolta supponenza che lo ha spinto, da ministro degli Esteri, ad andare a braccetto il 16/8/2006, in quel di Beirut, con un deputato Hezbollah. Una persona colta, come lui si definisce, avrebbe dovuto capire che quando cadono certe tegole in testa è meglio far finta di niente ed aspettare che la magistratura, che lui ha sempre ritenuto corretta, specialmente quando gli ha fatto comodo, segua il suo corso.
Per ora si faccia una bella sorsata del vino che produce e non ci pensi più, tutt’al più se la cavi con la battuta tratta dal film "Johnny Schettino": "Siete dei gran pettegoli chiacchieroni, pe pe pe…".
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