Il governo ha posto la fiducia alla Camera sul ddl stabilità. A prendere la parola, in Aula, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, la quale ha precisato che il testo è quello frutto dei lavori della commissione Bilancio e che ci saranno tre voti di fiducia sui tre articoli nei quali è stata suddivisa la manovra. Ora la conferenza dei capigruppo dovrà stabilire il timing del voto di fiducia e del voto finale sul provvedimento.
La minoranza del Pd, che non ha votato per il Jobs Act, ha già annunciato di essere a favore della legge di stabilità alla Camera. Anche gli eletti all’estero del Partito Democratico, ormai tutti renziani sfegatati, si apprestano a dire sì alla legge di stabilità proposta dal governo. Un provvedimento, è giusto ricordarlo, che riduce ulteriormente i fondi destinati agli italiani nel mondo e – fra le altre cose – toglie ingenti risorse ai patronati: ben 75 milioni di euro di tagli, un fatto che inciderà non poco sulla vita dei patronati italiani all’estero, per i quali è anche prevista una stretta per diminuirli, oltre a regole più stringenti.
Ora, ItaliaChiamaItalia lo sottolinea ogni volta: i patronati per troppo tempo hanno fatto un po’ quello che hanno voluto, hanno rappresentato negli anni delle vere e proprie fabbriche di voti per la sinistra e hanno dimostrato di essere poco o per nulla trasparenti. Dunque, Renzi fa bene a volerci vedere chiaro e, visto che siamo in periodo di crisi e che i tagli sono stati imposti ad ogni tipo di realtà, è anche giusto che i patronati facciano la propria parte.
Detto questo, è anche vero che i patronati, in particolar modo in un periodo in cui ambasciate e consolati chiudono, restano per i nostri connazionali oltre confine, o per una parte di loro, magari per i più anziani, un punto di riferimento importante quando si tratta di servizi pensionistici o altro tipo di assistenza.
I toni di certi parlamentari del Pd oltre confine – vedi Laura Garavini – sono trionfalistici: “sono stati ridotti i tagli ai patronati – spiega la deputata -, solo 75 milioni invece di 150”. Come se 75 milioni fossero bruscolini. Eppure anche Garavini, come i suoi colleghi Pd eletti all’estero, si prepara a dire sì a questa legge di stabilità di un governo che continua a massacrare gli italiani residenti all’estero. Come si giustificheranno con i propri elettori? Cari compagni, siete ancora in tempo: ripensateci.
IL MAIE VOTERA’ NO Secondo quanto apprende ItaliaChiamaItalia, il MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero presieduto dall’On. Ricardo Merlo, si prepara a votare no alla legge di stabilità. “Noi non votiamo una legge che continua a togliere risorse ai capitoli che più da vicino interessano gli italiani nel mondo”, va ripetendo Merlo ai suoi proprio in queste ore. Dunque, sembra proprio che toccherà al MAIE difendere il ruolo dei patronati e le risorse ad essi destinate, visto che la sinistra si prepara a dare una pugnalata non solo agli italiani all’estero, ma anche a quei patronati che – è fuori di dubbio – ad ogni elezione hanno contribuito a mandare parlamentari Pd a Roma.
FIDUCIA RECORD Con i 3 voti di fiducia che la Camera esprimerà sulla legge di stabilità, il governo di Matteo Renzi si appresta a toccare quota 32 fiducie. Le prime due, quelle programmatiche, le ottenne il 25 febbraio, con 169 si’ e 139 no al Senato e 378 si’, 220 no, un astenuto alla Camera. L’ultima è stata invece il 5 novembre scorso al Senato sul decreto legge ‘Sblocca Italia’, con 157 sì e 110 no. Secondo i calcoli del sito ‘Open Polis’ dal 1996 mai nessun esecutivo aveva fatto ricorso in maniera così massiccia a questa procedura.
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