La sinistra va all’attacco chiedendogli chiarezza sul rapporto con il governo e sulla legge elettorale ma Matteo Renzi, forte anche dei numeri (150 si’, 35 astenuti, i cuperliani, e nessun contrario alla sua relazione) tira decisamente dritto per la sua strada. E’ l’esito della prima – attesa – direzione Dem dell’era del sindaco-segretario. Che, dopo una lunga relazione, ascolta e replica alle critiche di fatto ribadendo ancor di piu’ la linea.
A far alzare la tensione e’ soprattutto la questione del rapporto con il governo Letta. Renzi parla di fronte a una platea con pochi big della vecchia guardia e il suo ‘rivale’ Massimo D’Alema che non prende la parola. Il segretario ribadisce di non voler far cadere Letta ma continua a chiedere un cambio forte di passo perche’ sulle riforme "il Pd si gioca la faccia e finora si sono registrati solo fallimenti". Il leader Dem, ribadisce in questa chiave anche il suo no a rimpasti o rimpastini perche’ "chi pensa a questo perde di vista l’obiettivo che e’ quello di cambiare il Paese". Invece, proprio per ottenere una svolta, si insiste dalla minoranza, andrebbe ipotizzato un maggiore coinvolgimento Pd nel governo. "Davanti al rischio di un logoramento progressivo – dice Gianni Cuperlo – sarebbe saggio valutare le ragioni non di un rimpasto ma di una vera e propria ripartenza valutando l’ipotesi di un nuovo governo a guida Letta che il Pd senta davvero suo". Ma e’ proprio cio’ che Renzi in questo momento non vuole preferendo tenersi le mani libere per trattare a trecentosessanta gradi e incassare in particolare sulla riforma della legge elettorale. Anche qui, Renzi va dritto puntando a ‘smontare’ il fronte bipartisan creatosi nel partito sul doppio turno. Lo chiede Cuperlo, Guglielmo Epifani, il capogruppo Roberto Speranza ma anche il franceschiniano Ettore Rosato.
"Il punto – attacca Renzi – non e’ il doppio turno ma il premio di maggioranza e il sistema con il quale si vota al primo turno, la scelta tra collegi uninominali e preferenze con una circoscrizione piccola o grande". Inoltre la questione e’ politica, riguarda come si concepisce il Pd. E ancora, avverte Renzi, dietro questo dibattito non si nasconda "la speranza di un grande ritorno dei neo-proporzionalisti" del quale "si sente sussurrare in Parlamento". Niente scherzi – avverte Renzi – e se qualcuno, poi, dovesse pensare ad ‘approfittare’ del voto segreto – che alla Camera e’ possibile chiedere – "salterebbe la maggioranza".
In ogni caso, dopo aver avuto un ok sui ‘paletti’ posti sulla legge elettorale, Renzi lunedi’ ha convocato una nuova direzione nella quale fara’ una proposta definitiva sulla riforma. Quasi certamente dopo aver incontrato il Cavaliere. Il dialogo con Berlusconi e’ infatti un altro punto caldo della direzione. C’e’ scetticismo diffuso sull’ipotesi di un accordo su un ipotetico ‘Verdinum’ che, secondo diversi tra i Dem e’ rischioso visto che il Cavaliere potrebbe puntare in questo modo a far cadere il governo ottenendo cosi’ urne anticipate e magari con la legge elettorale proporzionale uscita dalla Consulta. "Non mi convincerebbe – dice Cuperlo – riportare preventivamente sulla scena Berlusconi colpendo chi ha rotto con quella concezione padronale del partito". E anche qui Renzi e’ nettissimo. "Il punto nel Pd non e’ scegliere nel centrodestra: e’ evidente che Alfano ha fatto un gesto importante" staccandosi dal Pdl, ma "un domani Alfano stara’ con Berlusconi e non ci stara’ sfidandolo ‘o tu cambi o esco’. Alfano non e’ uno di noi".
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