Ho trattato questo tema sul mio blog personale, vista l’attualità del tema. La recente ondata di maltempo che ha colpito il centro ed il sud del nostro Paese ha portato con sé morti e danni. Il mio auspicio è che questa cosa non sia buttata nella cagnara politica. Non si dica: "Tu hai fatto i condoni" o: "Tu non hai fatto bene i piani regolatori". La questione dei condoni è oramai una solfa con cui si fa solo della confusione. La questione va contestualizzata.
In passato si era pensato solo a costruire. L’edilizia era basata su un’economia del periodo posteriore alla II Guerra Mondiale e l’esigenza era quella della costruzione. Purtroppo, le cose erano andato fuori dalle regole. Tuttavia, in quel caso il condono era l’unica soluzione. Non si potevano certo buttare fuori parecchie famiglie dalle loro case.
Oggi, purtroppo, si pagano certi errori ed il territorio è molto trascurato. Per esempio, qui dalle mie parti non si puliscono i fossi. Non si fanno i monitoraggi delle zone montuose soggette a frane. Sono state fatte opere di disboscamento massicce. Non si mettono in sicurezza queste zone. Forse, invece, di parlare di complotti e scie chimiche, sulle quali comunque io sospendo il giudizio perché ci sono aspetti che avvalorano la tesi ed altri che la contrastano, invece di fare della confusione nell’incolparsi a vicenda delle responsabilità dei disastri o invece di incolpare il riscaldamento globale (sulla cui tesi non è d’accordo neppure il mondo della scienza) si pensi prima a curare il territorio.
Si puliscano gli alvei di fiumi, dei canali e dei fossi. Si evitino le massicce opere di disboscamento. Si tengano sotto controllo le zone soggette a frane e, se ci sono movimenti franosi, si agisca. La Regione Liguria, per esempio, ha steso un piano casa con degli incentivi a chi sceglierà di ricostruire la casa distrutta dai precedenti fenomeni climatici e di dissesto idrogeologici lontano dai fiumi. Questo è fare bene le cose.
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