“Dopo ormai sette mesi dalla chiusura dell’Ambasciata italiana nella Repubblica Dominicana, non esiste ancora un ufficio a cui i dominicani possano chiedere un visto per l’Italia. Questo nell’anno dell’Expo e del Giubileo. L’apertura dell’ufficio visti era prevista a giugno, poi ad agosto, ora addirittura voci ufficiali parlano di ottobre. Ci rendiamo conto? Se davvero fosse così il danno sarebbe ancora maggiore, per i rapporti bilaterali tra Repubblica Dominicana e Italia, per il turismo del BelPaese, per i tanti dominicani residenti in Italia in attesa di ricongiungimento familiare”. Così Ricky Filosa, coordinatore del MAIE in Centro America, residente proprio a Santo Domingo.
TAR DEL LAZIO, L’AMBASCIATA DI SANTO DOMINGO DEVE RIAPRIRE
"Non è ancora finita. Voci non confermate che stanno girando proprio in queste ore ipotizzano che l’Ambasciata d’Italia Panama possa mandare a Santo Domingo, una volta ogni quindici giorni, un funzionario incaricato di raccogliere una sessantina di richieste di visti per volta. Ci rendiamo conto? Pensate che ai tempi dell’ambasciata italiana nella RD le richieste di visti erano una media di 40 al giorno. Ci auguriamo davvero che si tratti di una bufala, perché altrimenti tutto diventerebbe ancor più ridicolo".
SANTO DOMINGO, DAL TAR UNO SCHIAFFO ALLA FARNESINA
“Da quando a Santo Domingo non esiste più una sede diplomatica tricolore la comunità italiana vive nel caos più totale”, continua l’esponente del Movimento Associativo Italiani all’Estero. “I parlamentari all’estero eletti nella nostra ripartizione elettorale hanno da sempre fatto orecchie da mercante, anche se qualcuno si è svegliato recentemente, ma da parte del ministero degli Esteri solo chiacchiere al vento”.
FILOSA AL DIARIO LIBRE, "SENTENZA TAR NOSTRA RIVINCITA"
“Intanto non si contano più le commoventi storie di persone disperate che a causa dell’impossibilità di ottenere un visto per viaggiare in Italia sono costrette a vivere lontane dai propri cari; madri che partoriscono in Italia senza marito presente e figli che nascono con il proprio padre lontano; padri che muoiono nel nostro Paese senza poter dare l’ultimo abbraccio ai propri figli perché questi sono lontani migliaia di chilometri e non possono spostarsi. Certo non per colpa loro. Storie come queste – conclude Filosa – sono ormai tantissime, troppe. Il grido di rabbia e di disperazione che da Santo Domingo si alza forte verso Roma da parte di italiani e dominicani è chiarissimo: aiutateci”.
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