‘La Siae e’ di tutti e al nostro appello aderiscano anche gli artisti a Sanremo’. Il grido d’allarme arriva dai soci Siae e dalle sigle Acep, Arci, Audiocoop, che oggi, mentre all’Ariston si preparava la seconda serata del Festival, sono scesi in piazza, davanti alla sede della Direzione Generale della Siae a Roma per protestare contro il nuovo statuto dell’Ente, gia’ commissariato. Le nuove norme, denunciano i protestanti, ‘attribuiscono, in maniera pressoche’ esclusiva, la governance della societa’ agli associati piu’ ricchi ovvero a quelli che beneficiano delle somme maggiori in sede di riparto dei diritti d’autore. Secondo il nuovo statuto, infatti, ogni associato ha diritto, in assemblea, a un voto piu’ un voto per ogni euro incassato’.
‘Questo sistema di votazione, basato sul censo – spiega Alessandro Archisano, vicepresidente Acep – e’ antidemocratico e ingiusto, perche’ su 100 mila associati 98 mila sono piccoli e medi’. A fronte di eguale sostengo annuale all’ente da parte dei soci, ‘le decisioni sarebbero invece appannaggio di pochi grandi gruppi editoriali e qualche artista. La Siae e’ un ente pubblico economico a base associativa, dovrebbe anche fare promozione culturale, e invece gli hanno dato uno statuto da istituto di credito. D’accordo con noi sono anche grandi nomi, come la Crea che riunisce artisti come Vasco e Zucchero’.
Il Tar, riassume Carlo Testini direttore delle politiche culturali dell’Arci nazionale, ‘ha fissato l’udienza per il nostro ricorso il 20 febbraio. Avevamo chiesto al commissario straordinario Gianluigi Rondi di posticipare le elezioni del Consiglio di Sorveglianza fissate per il 1 marzo. Ma la richiesta ci e’ stata rifiutata’.
Una delegazione, aggiunge Archisano, ‘sara’ ricevuta per lunedi’ prossimo, ma siamo qui per far sentire tutto il nostro dissenso. E vorremmo che anche gli artisti a Sanremo girassero la testa da un lato e si accorgessero dei colleghi meno fortunati’. In piazza a protestare anche Enrico Capuano.
‘Quello che sta accadendo in Siae e’ lo specchio del paese – dice – dove si limita la democrazia e l’accesso all’economia alle fasce piu’ deboli’. Un sistema ‘miope – aggiunge il Piotta – soprattutto verso i giovani, che sono il futuro ma saranno ancora piu’ restii a iscriversi alla Siae’. ‘La prossima legislatura – aggiunge il sentore Vincenzo Vita – dovra’ assolutamente mettere mano al diritto d’autore. La Siae e’ uno dei carrozzoni da riformare profondamente. Questa vicenda dimostra che siamo rimasti abbondantemente nel secolo scorso’.
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