Sette anni di reclusione oltre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ più di quanto aveva chiesto la Boccassini (in ferie nel momento della condanna al suo arcinemico) perché i giudici (collegio formato da sole donne) ha arbitrariamente modificato il capo d’accusa da “concussione per induzione” a “concussione per costrizione”. Per Ilda, Silvio oltre ad avere fatto sesso con una minore aveva esercitato un certo charme sulla Questura che liberò la minore. Per la corte, invece, ha proprio esercitato una pressione imponendone la liberazione e l’affido alla Minetti.
Pur di condannare il Presidente Berlusconi, si è fatta una forzatura incredibile alle basi del diritto, s’è lesa la presunzione d’innocenza e s’è detto che 32 testimoni abbiano dichiarato il falso solo per coprire il Cavaliere. Proprio così, l’intero processo per i giudici, non conta. Non ha rilevanza che i presunti concussi dicano di non esser stati concussi e la presunta abusata di prostituzione minorile dichiari non solo di non avere mai avuto rapporti sessuali con il Cavaliere, ma si scontra con la Corte perché questa vicenda continua a ledere la sua immagine.
Tutto ciò, non è di rilievo. E’ essenziale condannare l’imputato. Silvio Berlusconi andava fucilato da una gogna mediatico – giudiziaria di caratura mondiale. Non si potevano deludere le aspettative. M’è parso di assistere a due processi diversi. Ce n’era uno, processuale, in cui non s’è mai manifestata la “pistola fumante”, il corpo del reato. E ce n’era un altro, ove la coltre di sospetti formava una impervia e pervicace attesa di giudizio assoluto, morale.
Il Cavaliere è stato condannato sulla base della moralità, e non su fatti realmente accaduti, su norme giuridiche, o “prove provate”. Il banchetto di etica è stato nauseante, il vulnus istituzionale venutosi a creare dopo questo processo è grave ed ingiurioso per una Democrazia Occidentale evoluta e matura. Siamo al bunga bunga del diritto, si salvi chi può.
Twitter @andrewlorusso
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