La ‘vendetta’ per lo strappo di Renzi sull’elezione di Sergio Mattarella al Colle, Forza Italia la serve alla prima occasione utile, ossia alla ripresa dei lavori sulle riforme costituzionali a Montecitorio. A segnare la rottura, praticamente l’ufficializzazione della fine del Patto di Nazareno, è per primo Francesco Paolo Sisto, che si dimette da relatore di minoranza del ddl sulle riforme, su cui finora Forza Italia era stata dalla parte del Pd. "Con la coerenza dell’appartenenza e ribadendo la fedeltà al proprio partito, senza opportunismi indegni del mandato parlamento, rinuncio al ruolo di relatore" ha spiegato Sisto, annunciando "collaborazione critica sulle riforme ma un’opposizione dura sui temi politici del governo Renzi". Posizione ribadita dal capogruppo Renato Brunetta: "Il nostro ‘no’ è per far prevalere la buona politica sulla prepotenza".
La ritirata all’opposizione dei forzisti riduce drasticamente i numeri della maggioranza per le riforme, ma all’interno dello stesso partito di Silvio Berlusconi la linea non sembra del tutto unitaria.
"Le riforme si fanno perché ne ha bisogno l’Italia, per questo noi andremo avanti con decisione, c’è tutta la volontà – spiega il capogruppo del Partito democratico Roberto Speranza, "Il fatto che la maggioranza sia più debole non è un fatto positivo per noi, ma non ci sono poteri di veto da parte di nessuno". Secondo Speranza "Forza Italia ha fatto bene a sedere al tavolo delle riforme e sarebbe stato utile continuare. Ma chiedo a Brunetta cosa è cambiato dal 31 gennaio? Forza Italia è stata al tavolo nell’interesse del Paese o nella prospettiva di uno scambio riforme istituzionali-Quirinale? Per noi quello era uno scambio inaccettabile".
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, a Montecitorio, prima spiega di confidare che la partita si chiuda entro sabato, "anche se non dipende da noi". Quindi, sul muro di Forza Italia, spiega che "noi siamo sempre aperti al dialogo e al confronto con tutte le opposizioni. Ma il confronto e il dialogo non può essere uno strumento per impedire alla maggioranza di fare le riforme in aula. Va bene il confronto ma bisogna assumersi la responsabilità delle decisioni e portare avanti il lavoro iniziato".
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