Forse non è solo colpa sua e del suo governo. Ma i dati parlano chiaro: nell’ultimo anno c’è stato un boom di pensionati italiani che hanno deciso di trasferirsi all’estero. In totale i pensionati espatriati negli ultimi cinque anni sono 16.420, di cui 5.345 nel solo 2014. Dunque, sebbene in termini assoluti questi numeri risultano essere ancora relativamente contenuti, il numero annuo di pensionati che lasciano l’Italia è più che raddoppiato dal 2010 al 2014, con una brusca accelerazione nell’ultimo anno (+65%).
I dati arrivano dal rapporto "WorldWideInps" sulle pensioni all’estero dell’Inps, presentato oggi dal presidente Tito Boeri. Da uno sguardo più dettagliato ai flussi, emerge che il 71% dei pensionati emigrati negli ultimi cinque anni si è trasferito in altri Paesi europei, il 10% in America settentrionale e il 6% in America meridionale. Mettendo a confronto il 2014 con il 2010, le percentuali di incremento maggiore si registrano in Oceania (+257%), Africa (+164%) e America centrale (+114%).
Dunque i nostri anziani preferiscono godersi la pensione all’estero. In Italia la vita ormai costa troppo, e anche loro – come i nostri giovani – sono costretti a varcare il confine nazionale per cercare fuori dall’Italia condizioni più dignitose.
La presenza di pensioni Inps erogate all’estero è concentrata nelle aree continentali verso cui storicamente si sono indirizzati i flussi migratori dal nostro Paese, quali Europa, America settentrionale, America meridionale ed Oceania, mentre in Asia, Africa ed America centrale risiedono solo poche migliaia di pensionati Inps. Tuttavia, i gruppi di aree presentano situazioni diversificate. In America settentrionale, America meridionale e Oceania, l’andamento del numero delle pensioni è in costante diminuzione e l’età media è piuttosto elevata.
In Europa dopo un periodo di calo, sembra avviata un’inversione di tendenza, in quanto nel 2014, rispetto all’anno precedente, si è riscontrato un incremento del numero delle pensioni. Inoltre, una larga parte (73%) dei pensionati all’estero fra i 60 e i 64 anni risiede proprio in Europa e, sempre in Europa, la percentuale di pensionati con meno di 70 anni raggiunge il 30%.
Le pensioni erogate in Africa, America centrale ed Asia rimangono, in termini assoluti, ancora esigue, ma il trend è in aumento. Questo andamento è presumibilmente collegato anche al rientro dei lavoratori extracomunitari già emigrati in Italia.
Insomma, accanto alla "fuga dei cervelli", inizia ad evidenziarsi anche una "fuga dei pensionati", persone che, per motivazioni personali o economiche, scelgono di stabilirsi in Paesi diversi dal nostro. Questo fenomeno ha riflessi economici e sociali: il pagamento di una pensione all’estero rappresenta una perdita economica per l’Italia in quanto l’importo erogato non rientra sotto forma di consumi o investimenti e genera minore volume di imposte. Secondo i dati del rapporto Inps, la "fuga dei pensionati" non riguarda esclusivamente i pensionati italiani ma anche i lavoratori stranieri che, dopo aver conseguito in Italia il diritto a pensione, decidono di rientrare nel Paese natio, o di trasferirsi in un altro Paese.
Tutto questo rappresenta dunque una sconfitta per l’Italia. Così come rappresenta una sconfitta il fatto che sempre più giovani italiani decidano di lasciare la propria Patria. Ma se il nostro Paese non fa nulla per trattenerli…
Discussione su questo articolo