Mentre a Roma si gioca una partita decisiva, come quella del voto finale sulla legge elettorale, Matteo Renzi rimane a Milano, dove nel weekend ha tenuto a battesimo l’Expo, la cui macchina è entrata in azione a pieno dopo il ‘battesimo del fuoco’ del 1 maggio.
Oggi il premier ha fatto il suo ‘esordio’ a Piazza Affari, e la prima nella sede della Borsa è coincisa con una sorta di reprimenda, un richiamo a una dimensione più ‘terrena’ del mondo della finanza.
"C’è un tessuto vivo, vitale, forte, ricco di energie e tenacia che è il settore imprenditoriale italiano per il quale la Borsa e l’apertura al sistema dei capitali non può essere considerata solo come il doveroso approdo naturale – spiega Renzi – ma lo strumento attraverso il quale affermare quei principi di trasparenza, curiosità e in qualche modo apertura al mondo che sono fondamentali". Da qui l’accusa: "Ritengo, e sarò considerato fin troppo tranchant, che il capitalismo di relazione abbia prodotto anche degli effetti decisamente negativi e che sia giunto il momento di mettere fine a un sistema basato più sulle relazioni che non sulla trasparenza con il mondo che sta fuori, che cresce, che cambia e chiede all’Italia più dinamismo, più innovazione e più curiosità".
Ma un accenno Renzi lo fa anche all’Italicum, dunque alla stretta attualità, spiegando che "per anni in Italia sono cambiati i governo ma non si sono cambiate le cose: si sono cambiati governi con un ritmo straordinario, 63 nei 70 anni dell’Italia repubblicana, ma non si sono realizzate quelle riforme che sono l’evergreen del dibattito politico".
Questo perché "c’è un problema di classe dirigente e di sistema di relazione come elemento chiave in un Paese in cui fondazioni, banche, giornali, partiti e grandi imprese hanno pensato per anni che si potesse andare avanti dialogando tra loro. E’ un sistema morto. E se non è morto, morirà l’Italia. Serve un cambio di passo, di mentalità".
Quindi Renzi cita Gilbert Keith Chesterton, e quando dice che "la democrazia è il Governo dei maleducati, e l’aristocrazia è il governo degli educati male". Ma – e qui sono parole del premier – “dare tutte le colpe alla politica è comodo, ma ingiusto, abbiamo un problema di classe dirigente in questo Paese. Non tocca soltanto a noi". Il mondo della finanza è avvisato.
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