Nulla di fatto dopo il lungo confronto di ieri sera – terminato a mezzanotte – tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. Ancora una volta i nodi non sono stati sciolti. Ad appena due giorni dal Consiglio nazionale del partito che rilancera’ Forza Italia e probabilmente annuncera’ la scelta di Berlusconi di non continuare a sostenere l’attuale governo, rimane tutta sul tavolo la questione che riguarda l’eventuale scissione del Popolo della Libertà.
Alfano, secondo indiscrezioni, avrebbe confermato al Cavaliere che l’ala governativa del Pdl e’ determinata nel battersi contro la decadenza di Berlusconi dal Senato ma non ha intenzione di ritirare l’appoggio all’esecutivo, qualora fosse questa la proposta del Cavaliere al Consiglio nazionale di dopodomani. Il vicepremier ha inoltre posto una condizione alla partecipazione dei governativi al Consiglio nazionale: in quella sede dev’essere garantita la possibilita’ di aprire il confronto senza prevedere il solo intervento di Berlusconi. L’unita’ del partito sarebbe garantita solo dalla scelta di depurarlo da posizioni estremiste, avrebbe detto Alfano sostenendo che il rinvio del Consiglio nazionale di dopodomani aiuterebbe a rasserenare gli animi.
Da parte sua Berlusconi avrebbe confermato di ritenere impossibile continuare a governare con il Pd nel caso di una sua decadenza: il via libera all’esclusione dal Senato equivarrebbe alla fine delle larghe intese.
Prima dell’incontro con l’ex premier, Alfano si era riunito con gli altri quattro ministri del Pdl che condividono la sua linea. E’ stata confermata la proposta di tenere separate le questioni che riguardano il governo da quelle inerenti la decadenza di Berlusconi, pur cercando di rinviare la data del voto dell’Aula del Senato. Il vicepremier ha ricevuto dagli altri ministri del Pdl il mandato di continuare il dialogo con Berlusconi per arrivare a una mediazione, non escludendo pero’ la possibilita’ che il muro contro muro possa portare la componente governativa del Pdl a disertare il Consiglio nazionale.
A drammatizzare la situazione ci pensa anche la dichiarazione dell’ avvocato Franco Coppi che parla di ”ipotesi di grazia tramontata”. Quindi, non sara’ formalizzata nessuna richiesta di questo tipo al presidente Giorgio Napolitano da parte dei famigliari di Berlusconi. Alle posizioni di Alfano, che vorrebbe mantenere il Pdl unito e proseguire nell’esperienza delle larghe intese nonostante l’eventuale decadenza di Berlusconi, replica Raffaele Fitto, leader dei cosiddetti lealisti del Pdl: accusa i governativi del suo partito di ”ipocrisia” in quanto userebbero ”parole dolci” ma senza dimostrare con i fatti la propria solidarieta’ al Cavaliere. I governativi del Pdl rispondono a loro volta sostenendo che quelli che la pensano come Fitto hanno come unico obiettivo quello di far saltare le ipotesi di mediazione dando per scontata la scissione. Le due ali del partito, con ripetute riunioni con Berlusconi, cercano di influire sulla decisione finale del Cavaliere. I governativi in particolare provano a convincerlo che la crisi di governo non avrebbe effetti positivi sul Pdl (la penserebbero cosi’ i famigliari piu’ vicini a Berlusconi). I lealisti sostengono invece che proprio le elezioni anticipate ridarebbero chance di risalita nei consensi al Pdl malgrado l’incandidabilita’ di Berlusconi, che pero’ lo scontro elettorale rimetterebbe al centro dell’attenzione confermando la sua posizione di leader. Come e’ sempre, l’ultima parola spetta al Cavaliere. Ha solo 48 ore per decidere se confermare la riunione del Consiglio nazionale e quale discorso svolgere.
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