"La divisione Forza Italia/Alfano è molto diversa dalla divisione Berlusconi/Fini. Lì c’era una frattura insanabile. Qui lo schema è un altro. C’è un soggetto politico, il Pdl, che si scompone, scomponendosi litiga ma non rompe il suo collante strategico e gli interessi ai quali si è sempre riferito e, quindi, già prefigura la sua riorganizzazione: non più come partito unico ma come campo di forze largo – dalla Lega a Fratelli d`Italia, dal Nuovo centrodestra di Alfano a Forza Italia – che, proprio a partire dalla sua articolazione, sfrutta questo passaggio di tempo per tentare un nuovo radicamento nella società. Soprattutto in assenza di chiarezza sulla modifica della legge elettorale". Lo scrive Nicola Zingaretti, in un articolo su Il Foglio.
"Quello che non mi è chiaro – continua il presidente della Regione Lazio – è come, o se, il Partito Democratico e le forze del centrosinistra stiano elaborando questa nuova fase. In questo quadro che cosa è il Pd? Il soggetto unico dell’alternativa? Il perno di una nuova alleanza del cambiamento? Il baricentro di una proposta di governo? Con quali elementi di continuità e quali di rottura? E su quali contenuti, idee, progetti intende farlo? Se non è questo il tema, anche il congresso che si sta celebrando rischia di essere l`ennesima disquisizione su di noi, fermi sulla nostra sponda del fiume, ma con una totale incapacità di indicare su quale sponda vogliamo approdare. Torna attuale Gramsci: ‘Crisi è quel momento in cui muore il vecchio e il nuovo non può nascere’. Il paradosso, anzi, è che mentre la destra pare riorganizzarsi in una articolazione di un campo plurale e vasto di soggetti politici, nel centrosinistra rischiano di riaccendersi risposte identitarie, divisive e paralizzanti; quando invece – conclude Zingaretti – è urgente l’unità, il mescolamento delle persone e la loro possibilità e capacità di contribuire in modo determinante alle decisioni".
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