Roberto Speranza, capogruppo alla Camera e leader di Area riformista, seppure non renziano, come spiega in una intervista al Corriere della Sera, non condivide la battaglia annunciata dalla riunione della minoranza: "Dalla riunione del 21 è uscito un messaggio duro, di rottura. Ma sono sbagliate queste spinte centrifughe, che aprono all’uscita dal Pd. Questo è il nostro partito e questo è il nostro governo. C’è bisogno di più sinistra dentro il governo e dentro il partito".
"Renzi non è un intruso, ha vinto il congresso: basta pregiudizi. La sfida della sinistra di governo è questa: si può essere non renziani e puntare tutto sul Pd, contribuendo a dare un profilo riformista e di sinistra all’azione di governo", "il Pd è l’unico cardine possibile del Paese. Se alzi lo sguardo fuori, trovi una fotografia inquietante: Grillo, Berlusconi, Salvini. Sgombriamo il campo da qualsiasi ipotesi di scissione", "se sommo Pastorino che esce dal Pd e si candida a presidente della Liguria contro di noi. La Bindi che mi invita a uscire da governo e segreteria. E il messaggio di chi dice di colpire Renzi, mi chiedo: ma dove stiamo andando?".
Sostiene che non c’è bisogno di un coordinamento parlamentare della minoranza Pd: "In questo momento non serve. Se c’è bisogno di confronto sulle riforme, ben venga. Ma si discuta nei gruppi". Frena anche sull’iniziativa di Landini di sabato: "Non ci andrò. Ho un rispetto totale per chi manifesta, ma non è il nostro spazio. La sinistra di governo, riformista, fa le cose, non va in piazza" e "il nostro compito è governare l’Italia".
Secondo Speranza "possiamo combattere la battaglia delle idee. Chiedere di usare il tesoretto dello spread per una misura universale di contrasto alla povertà. E ancora: penso che i tempi siano maturi per i matrimoni gay. Possiamo immaginare una mediazione da qui a tre quattro settimane? Queste sono due cose di sinistra", "preferisco il Renzi di Mattarella, che guida un Pd unitario. Il Renzi che non rispetta i pareri delle commissioni sbaglia. Anche a lui chiedo uno sforzo: è chiaro che spetta a lui più degli altri il compito di tenere unito il Pd".
LATORRE "Renzi è un’occasione che l’Italia non può e non deve perdere", "per portare avanti le riforme e interpretare la diffusissima voglia di cambiare". "decisivo per ridefinire in profondità il sistema politico". Lo afferma il senatore Pd Nicola Latorrre in una intervista al Quotidiano nazionale nella quale l’ex dalemiano replica alle critiche dell’ex premier: "Arroganza? No, determinazione. Su Jobs Act e riforme abbiamo accolto idee della minoranza" e "D’Alema non disdegna la solitudine in senso politico. Anzi, certe volte l’ha anche cercata…". E sulla minoranza Pd sottolinea: "Più che di malessere parlerei di una minoranza che non ha proposte politiche alternative", "forse in buona fede, in fondo la loro idea è di ostacolare questo grande progetto di cambiamento e basta" ma "sono privi di consistenza politica" e "quella della minoranza è una discussione infinita. Il paradosso è che Renzi intercetta ceti sociali che la minoranza pensa di rappresentare", "la minoranza fa una battaglia di retroguardia".
Discussione su questo articolo