Nel Pd continua la lotta tra correnti per il posto di segretario del partito, ma Pier Luigi Bersani ci tiene a far sapere che non metterà i bastoni fra le ruote al governo Letta. Bersani poi quando spiega che in caso di fallimento il ritorno al voto non è automatico, il suo bersaglio non è Letta ma Berlusconi. “Non esiste che io faccia uno scherzo a Enrico, non c’è uno in Italia che possa pensarlo. Siccome vedo però che questo governo è tirato per la giacca un po’ bruscamente, mando un messaggio chiaro. Secondo me l’esecutivo deve durare almeno fino a quando ci sono le riforme istituzionali e anche del sistema politico”.
Bersani fa capire che nella partita del congresso Pd giocherà un ruolo anche lui. Soprattutto su come va organizzato il Pd stesso, su come deve stare lontano dalle tentazioni leaderistiche. “Vedete quello che è successo a Grillo. Io sono contento che un po’ di voti siano tornati a noi. Ma mi preoccupo che i 5stelle siano l’ennesima meteora a cui gli italiani si sono affidati. Se continua così la gente non sarà più neanche arrabbiata, ma solo rassegnata. O disperata”. Bersani dice quindi di non aver un candidato per la segreteria. “Ce ne sono quattro o cinque buoni”. Anche Epifani? L’ex leader non lo esclude: “Ma deve candidarsi, per il momento ha detto che non lo farà”.
La guerra fredda con Massimo D’alema. L’ex presidente del Copasir, nel seminario di Italianieuropei tenutosi lunedì, ha esaltato il valore del «tesseramento». Rilanciando anche l’idea dei circoli di settore. «Mi piacerebbe vedere le sezioni degli operai dove si parla degli operai, quella degli artigiani dove si parla degli artigiani». Nemmeno le correnti sono un male, secondo D’Alema: «Magari ci fossero nel Pd. La realtà è che non ci sono. Nel Pd c’è solo il caos». La sintonia finisce qua. Semmai è facile prevedere uno scontro tra l’area dei bersaniani e quella dalemiana. Lo fa capire una battuta di Bersani quando parla del possibile fuoco amico contro Letta. «Certe cose di D’Alema e Renzi credo siano tatticismi. Io spero lascino il campo a discussioni più profonde». Parole battagliere.
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