“Sono rimasto colpito da un’intervista in tv di un operaio della Fincantieri che piangendo diceva: ho votato per 25 anni a sinistra ma ora il Pd non riesco più a votarlo”. Per questo Roberto Speranza, candidato al congresso Pd ed esponente di Area riformista, la sinistra bersaniana, spiega in una intervista al Manifesto perché ha deciso di fare partire oggi pomeriggio da Monfalcone (Gorizia) il suo tour che mira a “riportare il Pd dove non c`è più: fabbriche, scuole, università, luoghi del disagio dove dovremmo rappresentare la battaglia contro le diseguaglianze e invece siamo percepiti come il partito degli amici dei forti”.
“Il Pd è diventato il megafono del governo, è stato percepito come il partito del palazzo del potere, dell’establishment. Questo ci ha fatto un male pazzesco” e “serve un congresso prima delle politiche”, “non una gazebata, un plebiscito-rivincita di un capo ammaccato che ha bisogno di essere rilegittimato”. Esclude quindi una sua candidatura a premier: “Sono da sempre convinto della distinzione fra segretario e premier. E voglio cambiare il Pd”. “La spinta propulsiva Renzi l`ha persa perché la sua narrazione, la sua Italia, esisteva solo in tv. Ma si è sciolta al primo impatto con la vita delle persone”.
E intervistato dalla Stampa spiega: “Io lavoro per cambiare il Pd, che sta perdendo la sua anima e la sua gente. E se ho deciso di intraprendere questo viaggio e’ perche’ voglio restare dentro”. “Apprezzo l`impostazione del presidente Mattarella e penso che se il governo fa cose utili al Paese e’ giusto che vada avanti: se apre un tavolo con gli insegnanti e studenti, se cambia i voucher, e’ giusto che prosegua. Se non fa nulla o fa provvedimenti che ci allontanano dalla nostra gente, meglio che l`esperienza si chiuda. Il governo va avanti se rimette al centro la questione sociale. Se non lo fa, non mi interessa contare i suoi mesi di vita”.
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