Il "giorno del giudizio non avremo titoli o crediti da accampare", e "le domande che ci faranno sono quelle delle beatitudini", cioe’ saremo giudicati sulla base di quanto avremo fatto per i sofferenti e gli ultimi. Ci verranno fatte domande "semplici, ma concrete", a quelle dovremo rispondere. Meglio abituarsi da subito e inserire queste domande in un esame di coscienza quotidiano, che dia senso e felicita’ alle nostre giornate giacche’, ha argomentato papa Bergoglio, Pontefice, "la nuova alleanza consiste nel riconoscerci in Cristo, e questo ci riempie di gioia".
Il Papa lo ha ricordato nella sua prima udienza generale dopo la sospensione estiva del mese di luglio, nell’aula Paolo VI. Affollavano l’aula ben oltre le seimila persone previste, probabilmente per il fatto che per agosto l’ingresso alle udienze non necessita il biglietto della Prefettura della casa pontificia. Affollati anche l’atrio dell’aula e un bel pezzo di piazza San Pietro. Papa Bergoglio e’ giunto in aula prima delle 10, accolto festosamente dai presenti, e si e’ trattenuto per circa mezz’ora a stringere mani, scambiare battute e farsi fotografare.
Intorno alle 10,30 ha iniziato la sua riflessione sul vangelo della beatitudini. Nel corso dell’udienza ha fatto un appello per i terremotati in Cina, ha invitato a non smettere mai di pregare per il Medio oriente, ha invitato a sentirsi stimolati e incoraggiati dall’esempio di Paolo VI di cui oggi ricorre l’anniversario della morte. Dopo la parte pubblica e’ rimasto quasi un’ora e mezza a salutare fedeli, stingendo mani, posando per foto e autoscatti, carezzando bimbi e malati e anche scrivendo sulla maglietta rossa indossata da un ragazzo e su bandiere e magliette che gli sono state offerte di volta in volta.
Papa Francesco ha sviluppato il suo pensiero spiegando il ruolo di Giovanni Battista come "ponte" tra la antica e la nuova alleanza, parlando di Gesu’ come "nuovo Mose’" e delle beatitudini come le nuove tavole della legge, per una "alleanza che non si contrappone all’antica". "Mose’ e’ salito sul Sinai, – ha detto – Gesu’ sulla collina delle beatitudini, prospiciente il lago di Galilea". "Ci fara’ bene – ha detto papa Francesco invitando a esaminare la propria vita alla luce delle beatitudini – sono cose semplici ma concrete: qual e’ il protocollo sul quale il giudice ci giudichera’? E’ quello che troviamo nel capitolo 25 di Matteo, oggi il compito e’ leggere il 5, dove ci sono le beatitudini, e anche il 25 dove c’e’ il protocollo, le domande che ci faranno il giorno del giudizio, non avremo titoli o crediti da accampare, – ha sottolineato – il Signore ci accogliera’ solo se lo avremo riconosciuto nell’affamato, nell’emarginato in chi e’ sofferente e solo. E’ questo – ha proseguito papa Bergoglio – uno dei criteri fondamentali della nostra vita cristiana su cui ci invita a misurarci ogni giorno, leggo le beatitudini e poi faccio l’esame di coscienza con il capitolo 25, ma ci fara’ bene, – ha detto – sono cose semplici ma concrete,la nuova alleanza consiste nel riconoscerci in Cristo, avvolti dalla sua misericordia, e’ questo che ci riempie di gioia, che fa della nostra vita una testimonianza bella e credibile dell’amore di Dio. Ricordatevi i compiti, – ha concluso – capitolo 5 di Matteo e capitolo 25 di Matteo, grazie".
Il Papa, constatando che spesso si e’ capaci di ripetere i dieci comandamenti ma non le beatitudini, le ha lette una per una nell’aula, per rinsegnarle ai presenti, e ha chiesto di ripeterle una per una dopo di lui. I presenti lo hanno fatto, con piu’ o meno entusiasmo, visto che molti probabilmente non capivano l’italiano. Il Papa ha pazientemente completato l’elenco delle beatitudini. "Ma bravi", ha commentato alla fine, conquistandosi un applauso. "Bravi – ha detto – ma facciamo una cosa, vi do un compito a casa, prendete il Vangelo quello che portate con voi perche’ ricordate che dovete sempre portare un piccolo vangelo con voi, nelle tasche, e nei primi capitoli di Matteo, il capitolo cinque,ci sono le beatitudini, oggi, e domani, leggetele, lo farete? E’ per non dimenticarle, perche’ e’ la legge che ci da’ Gesu’".
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