Porre un freno alla chirurgia estetica ‘estrema’, sempre piu’ richiesta dai pazienti, e prevedere dei limiti anche per la cosiddetta medicina ‘potenziativa’, il cui fine non e’ curare bensi’ potenziare le performance fisiche. Lo ‘stop’ arriva dalla bozza del nuovo Codice di deontologia dei medici che, con 4 nuovi articoli, offre ai camici bianchi un orientamento rispetto a tematiche inedite che la modernita’ impone, a partire anche dal peso che le tecnologie e Internet stanno sempre piu’ acquisendo in Sanita’.
La bozza del nuovo Codice, per un totale di 79 articoli, e’ stata inviata agli ordini provinciali dei medici e sara’ ora oggetto di una consultazione con le organizzazioni ed i sindacati, per arrivare entro maggio alla votazione di un testo definitivo che sostituira’ quello attuale in vigore dal 2006.
A spiegare la necessita’ di un nuovo Codice e’ il presidente della Federazione nazionale dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco: ”La nuova scrittura del Codice – ha sottolineato – e’ diventata necessaria per corrispondere ai fini stessi che un Codice di questo tipo si pone, ovvero dare delle risposte ai professionisti del settore dinanzi ai nuovi contenuti e sfide che la modernita’ ci presenta”. Uno di questi e’ proprio la medicina potenziativa, il cui scopo, chiarisce Bianco, ”e’ di potenziare le funzioni di un organo: dunque, ad esempio, puntare a ‘piu’ memoria’, ‘piu’ forza’ o ‘piu’ vista”’.
Rispetto a questo nuovo ambito, l’articolo 76 della bozza prevede due ipotesi: nella prima, piu’ ‘permissiva’, spiega Bianco, ”si dice che il medico ‘quando gli siano richiesti interventi medici finalizzati al potenziamento delle fisiologiche capacita’ psico-fisiche dell’individuo, opera secondo i principi dei precauzione, proporzionalita’ e rispetto dell’autodeterminazione della persona acquisendo il consenso informato in forma scritta”’. Nella seconda ipotesi, piu’ ‘restrittiva’, si afferma invece che il medico ”non deve intervenire con atti suscettibili di alterare il naturale equilibrio”. Si pone cioe’ il quesito, afferma Bianco, ”se la medicina potenziativa possa continuare ad essere comunque considerata come parte della medicina oppure no”.
Altro ambito che trova ‘cittadinanza’ nel nuovo Codice e’ quello delle tecnologie informatiche, dalla telemedicina al teleconsulto, che pongono inediti problemi legati alla privacy e all’efficacia stessa del mezzo utilizzato. Rispetto all’attivita’ sanitaria in rete, avverte Bianco, ”c’e’ il rischio che un utilizzo eccessivo riduca medico e paziente a ‘due file’; cio’ pone un problema di perdita di umanizzazione delle cure” e ”dobbiamo interrogarci su quali siano i limiti”. Altri articoli nuovi sono il 77, relativo alla Medicina militare, ed il 79 su ‘Innovazione e organizzazione sanitaria’, secondo cui ”il medico collabora con l’organizzazione sanitaria al fine del continuo miglioramento della qualita’ dei servizi offerti, opponendosi a ogni condizionamento che lo distolga dai fini primari della medicina”.
Il senso dell’articolo, spiega il presidente Fnomceo, e’ che i medici ”da un lato non devono farsi ‘schiacciare’ da logiche economiche aziendali, ma dall’altro devono essere coscienti di avere un ruolo nell’orientare le scelte anche nella cornice di un equilibrio dei costi”. Nel nuovo Codice – che mantiene i contenuti degli articoli dell’attuale versione – vi e’ anche un cambio di terminologia significativo: ”Vi e’ la proposta – conclude Bianco – di inserire nel testo il termine ‘persona assistita’, al posto dell’attuale termine ‘paziente”’.
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